L'aureo 'palazzo delle lettere' s'indigna offeso e dalla sua posizione arroccata s'irrigidisce dietro solide mura per difendersi da un attacco indecente: la città è stata invasa da una moltitudine di menestrelli dilettanti ed entusiasti, che rumoreggiano nel forum virtuale orgogliosi delle loro storie sgangherate.
'Scrivere un romanzo, avevamo scoperto, era come guardare la tv ... ci si carica di caffeina e di cibo spazzatura, si fissa lo schermo per un paio d'ore e una storia si muove davanti a noi'
Questa la dichiarazione di guerra lanciata da Chris Baty, fondatore del rivoluzionario progetto
National Novel Writing Month (NaNoWriMo), che, partendo dalla San Francisco Bay Area come
trovata motivazionale per un gruppo di 21 amici, ha trovato successo in tutto il mondo.
Tutti i comuni mortali possono far parte del movimento, ma per vincere si deve completare un romanzo di 50.000 parole nell'arco di un mese: quello di Novembre.
'Ahimè che miserabile aspirazione!', sospira indignata
Laura Miller sulle pagine di
Salon, attaccando senza esclusione di colpi quelli che definisce 'scritti spazzatura' ed un concorso ridicolo che ha visto vincere nel 2010 ben 21.600 persone (1/5 dei partecipanti).
Critiche giuste ed accorate, ma che restano finora inascoltate: il numero d'iscrizioni al NaNoWriMo, infatti, è in forte aumento e si calcola che entro il 2027 ogni cittadino americano proverà a scrivere un romanzo breve.
La 'sommossa rivoluzionaria', possa questo piacere o meno, conta ormai 200.000 accoliti, con due convinzioni tipicamente americane:
1. ogni persona ha dentro si sè una storia da raccontare;
2. tutti gli scrittori hanno bisogno di un termine preciso e di un metaforico 'calcio nel sedere', che funga da stimolo.
Gli organizzatori incoraggiano gli improvvisati scribacchini a comunicare il loro pensiero in qualsivoglia modo, alzando i vessilli del
'potenziamento intelettuale' e del
'divertimento senza pretese'.
Intanto dentro le spesse mura dell'austero palazzo, c'è chi comincia a dar segno di cedimento, sostenendo che non ci sia nulla di male nell'esistenza di una democratica piazza virtuale dove tutti possono esprimere il loro talento nascosto.
Menestrelli divertenti o scrittori promettenti?
Tralasciando il fatto che il metro di valutazione per determinare i vincitori del concorso si limita alla semplice conclusione dell'opera senza far minimo cenno alla qualità del contenuto, credo che il pericolo sia quello di ridurre la scrittura ad un mero 'esercizio narcisistico' ad uso e consumo di un altrettanto 'narcisistico commercio', per dirla con la Miller.
In un'epoca in cui 'tutti possono essere e fare tutto' le capacità individuali, lo studio e la gavetta diventano spesso superflui.
In queste polemiche 'letterarie', se pur su un piano diverso, rivedo le questioni suscitate dall'inaspettato successo dei primi concorrenti del 'Grande Fratello': giovani rampanti e digiuni di qualsiasi esperienza che spopolavano in tv oscurando professionisti con decenni di lavoro alle spalle. Di fatto, il fenomeno 'successo senza sforzo in eccesso' è durato un soffio, anche perchè non si è persa occasione di sottolineare come fosse insostenibile ed indecente che certa gente potesse arrivare in alto senza alcun sacrificio.
Sicuramente ogni meta si raggiunge con fatica, specialmente se si tratta di cultura letteraria; d'altra parte troppo spesso si ha paura di fronteggiare fenomeni nuovi, che sfruttano mezzi diversi fino a ieri inesplorati.
Tornando al nostro discorso, se da un lato 'il palazzo delle lettere' fa bene a difendere battagliero le sue posizioni di contenuto, dall'altro dovrebbe socchiudere le porte ed osservare dallo spioncino le nuove tendenze senza temere sconti meritocratici.
Credo che il modo giusto di ergersi contro la mercificazione e l'abbassamento della cultura sia quello di scendere in piazza con le proprie certezze, senza temere un nemico che si reputa nettamente inferiore; utile sarebbe dare la possibilità di emergere a chi davvero lo merita, prima che quest'ultimo vada ad ingrossare le fila delle 50.000 parole sul web.
Il signor Baty, da parte sua, riconosce che molte delle prime bozze visibili su NaNoWriMo sono 'merda totale', ma si difende portando ad esempio l'uscita di bei romanzi come 'Acqua per elefanti', bestseller 2006 di Sara Gruen, e
La notte al circo di Erin Morgenstern; ben lungi da lui, comunque, introdurre in un mercato già saturo '37.500 romanzi schifosi all'anno', per continuare a dira con la Miller. Almeno per il momento ...
Fonte:
economist.com