Scrivere semantico: la gente non capisce i toni

Scriviamo per il lettore.
Scriviamo per il motore.
Scriviamo per aiutare il motore a capire il lettore.
E ragioniamo in pillole sul web semantico.


Prima era Panda.
Poi è arrivato Penguin.
Adesso Hummingbird spazza via tutto con un colpo d'ali.
Google trascina il povero SEO nella foresta d'aggiornamenti continui.
E il web-writer che fa?
S'informa per cercare di capire le conseguenze di quegli aggiornamenti sui testi. 
Sente parlare di web semantico, ricerca semantica, SEO semantica: tutti concetti che si traducono per lui nell'unico mantra possibile: comunicare bene = farsi capire
Cose vecchie come il mondo, dirai tu.
Ma ti pare facile? A volte proprio non lo è, soprattutto per chi linguista non è.
Di "web semantico" ho parlato al Master in Comunicazione delle Scienze di Padova; e sul mio blog torno a rifletterci un po' su. Insieme a te.


L'importanza del contesto

Nel modello base di comunicazione l'emittente lancia un messaggio al ricevente attraverso un canale e all'interno di un contesto. Prendi me: sto scrivendo un messaggio a te attraverso il mio blog e dentro il contesto "web semantico". Non ci conosciamo; non ci vediamo; eppure mi capisci perché uso il tuo codice linguistico, una sintassi ordinata e parole chiare a livello morfologico/fonologico. C'è interazione perché io e te abbiamo le stesse conoscenze grammaticali; se così non fosse, la comunicazione sarebbe interrotta dal rumore: suoni e lettere privi di significato.

Ma siamo sicuri che la comprensione dipenda solo da fattori morfologici, fonologici e sintattici?
La risposta è no. 
Se ti dicessi "gamba", tu cosa capiresti? Ch'è una parte del corpo umano o quella di un tavolo? 
E se ti dicessi "c'è da fare", tu cosa faresti? Mi daresti una mano o staresti là impalato a guardare?
Questi esempi, tratti dal mio intervento al Master, servono a capire tre cose fondamentali:

  1. parole e insiemi di parole (frasi) possono avere più significati (ambiguità)
  2. il messaggio va a buon fine quando il destinatario coglie l'intenzione di chi lo lancia
  3. il senso della singola parola/frase dipende sempre dal contesto in cui è inserita

Il web semantico è un ambiente strutturato per la ricerca sul browser tenendo conto di questi fattori.
Esattamente come farebbe chi parla; perché se non ti capisce lui, Google come s'arrangia?


Disambiguando per il lettore

Il messaggio va a buon fine quando emittente e ricevente hanno in comune un co.co.co (?): conoscenze [linguistiche] e convenzioni comunicative. Io che scrivo devo costruire un testo coerente all'interno di una sfera concettuale chiara; tu che leggi devi cogliere la mia intenzione e attivare un processo di disambiguazione [ove necessario]. Che significa?
Parole e insiemi di parole, l'abbiamo accennato, diventano ambigui per diversi motivi:


  • termini con lo stesso significato secondo il principio d'economia della lingua - occhio umano, occhio animale, occhio del ciclone... quale?
  • modi di dire - curiosità uccise il gatto; rimanerci secco: cadere come una pera... cosa intendi?
  • tono umoristico/sarcastico - forse non mi sono spiegato; mi sembrava di avertelo detto; guarda non so che dire... cosa sottintendi?
  • messaggio subliminale - scusi sa l'ora?; quanto tempo è passato!; non ce la faccio... quindi?


Le frasi qui sopra hanno un significato letterale e uno convenzionale.
Il lettore che vive nel tuo paese, magari, è in grado di disambiguare; chi non ci vive, invece, si fermerà al significato letterale - o della traduzione fedele, magari; e, per ora, lo fa anche il browser. Quindi non inganniamolo giocando troppo sull'ambiguità: facciamolo solo se impariamo a scrivere semantico, sperando che "MisterG" intanto si attrezzi bene con Hummingbird.


Sul web l'ambiguità è acuita dal fatto che il tono di voce non esiste: la gente non ti sente, forse perché non ha tempo di attivare quel processo di disambiguazione che potrebbe aiutare. 
O forse perché non ti sei spiegato bene.
Se "la gente" non ha le tue convenzioni linguistiche, le frasi qui sopra
Rendere il tono di voce scrivendo non è facile: informativo, cinico, ironico, emozionale... o quale?
Nuovamente dipende dall'argomento e dal contesto, non c'è dubbio.
Ci sono ambiti in cui gli espedienti grafici e ortografici aiutano a limitare l'ambiguità:


  • emoticon - "c'è da fare :-(" oppure "c'è da fare :-)"? In entrambi i casi lanciamo una richiesta subliminale d'aiuto, ma la sfumatura è diversa
  • punteggiatura - domanda, esclamazione o sospensione? Traducendo l'esempio precedente in punti, il primo caso diventerebbe "c'è da fare...", il secondo "c'è da fare!"


Che dire, poi, del motore? Lui è in grado di cogliere tante differenze? Per ora no; da qui nasce la polemica sui cumuli di parole chiave e la necessità di selezionare contenuti pertinenti.
Va da sé che le uniche armi in tuo possesso sono chiarezza e coerenza del testo


  • chiudi l'argomento intorno a una sfera concettuale definita (nodo) 
  • lega i termini uno all'altro (con-testo) secondo un significato preciso 
  • sfrutta sinonimi, correlazioni, parole concrete
  • limita le figure retoriche di similarità (metafora), contiguità (metonimia), parte per tutto (sineddoche)
  • dosa con intelligenza luoghi comuni e doppi sensi


Il lettore può sempre fraintendere; e anche il motore. Ridurre l'ambiguità è fondamentale per comunicare bene: una regola di scrittura generale, prima che di SEO professionale. Sappi che ognuno di noi comprende in base a una serie di fattori culturali, psicologici e sociali; cose che vanno al di là dello strumento linguistico: quando scrivi, tieni presente anche questo.


Rovesciando per il motore

Comunicare è un'azione reale e concreta; pragmatica, direi. Ed è proprio così che si chiama quella parte di semantica frasale che studia il significato dell'enunciato all'interno di una conversazione (nel senso originario di "rivolgersi ad altri").
Google vuole diventare pragmatico quanto il cervello umano. Le parole chiave sono importanti, ma non bastano più: bisogna costruire il contesto in cui quelle parole sono inserite. Il motore di ricerca diventa motore di conoscenza e apre un dialogo "umano" con l'utente. Il tema è complesso: si chiamano in causa regole precise di linguistica generale come il "campo associativo" e concetti come le long tail keywords. In breve, se ieri scrivere significava accontentare browser e lettore piegando il secondo alle dure leggi del primo; oggi significa aiutare il browser a ragionare come il lettore, cercando di prevedere le mosse del primo sulla query del secondo.
Le tre parole d'ordine per il web writer sono: 

  • coerenza 
  • associazione
  • chiarezza d'intenzione

Comunicare bene è sempre più difficile e, come al solito, bisogna partire dal fondo per toccare la cima della fune: venirne a capo, significa tirare. Tu potresti iniziare scaricando un tool.


Conclusioni sui toni

Nel 1950, il famoso linguista John Langshaw Austin spiegò lo studio della pragmatica come la risposta alla questione "How to do things with words".
A distanza di quasi cent'anni, il famoso motore di ricerca Google lancia il knowledge graph con lo slogan "Things no strings".

Fil rouge o similarità?
Visual:
simonedoinel.tumblr.com

Nessun commento:

Posta un commento