Tecniche, gergali, piatte.
Concrete, false, astratte.
Ambigue, doppie, bi...strat(ta)te.
Le parole sono labirinti d'espressione, in cui si rischia di smarrire la direzione.
Ma esistono metodi per tenere saldo il timone durante la navigazione.
Ognuno ha i suoi; io ti racconto uno dei miei. Se vuoi.
I concetti, poi, non sono altro che insiemi di termini - spesso ambigui, gergali, tecnici.
E fare lo scrittore professionale significa sperimentare nuovi metodi per ottimizzare i processi.
Ti piace l'ultima frase?
Se pensi di schiaffarla sul sito aziendale, sappi che la cosa non s'ha da fare; abundare si può, ma poi tocca deficiere - senza indugiare nella forma participiale al presente, ché non sei deficiente.
Negli ultimi tempi ho scritto pagine web, flyers e manuali utente per un prodotto elettronico.
Avere a che fare con argomenti pieni di tecnicismi, ambiguità e anglicismi a volontà ti costringe a procedere per step. Devi scervellarti, insomma; e devi farlo in fretta, perché spesso il tempo di sfogliare un blog sui dieci comandamenti del bravo scrittore professionale proprio non c'è.
Io parto sempre dal fine ultimo: farsi capire; e so che il benedetto scopo da uno diventa trino:
Ecco la mia tecnica per centrare i tre obiettivi; te la spiego in quattro step.
[Se arrivi alla fine di questo post, poi, c'è uno slide-tool per te].
1. Ogni parola ha la sua storia [etimologia]
Tu hai presente quando t'innamori e vorresti sapere tutto di una persona? Ecco, approfondire significa conoscere, comunicare, capire; non esiste memoria senza storia, possiamo dire.
Perché dovrebbe essere diverso con la parola?
Scavare fino a scoprire le "radici", è fondamentale per diversi motivi:
2. Ogni parola è più parole [scomposizione e sintesi]
Ma come? Non avevi detto che scrivere significa semplificare per farsi capire? E cos'è tutta questa confusione di termini, partendo da una parola sola?
A parte il fatto che io sono d'accordo con Picasso quando dice che prima di togliere bisogna aggiungere, ammetto che qualche ragione ce l'hai: si passa dalla singola voce a un elenco di voci.
Ma è proprio questo il momento in cui devi scegliere le parole giuste per il tuo pubblico e sintetizzare. Paradossalmente syntesi deriva dal greco syntithemi e significa "mettere insieme, comporre le parti per formare il tutto". Te l'ho detto: il pittore spagnolo aveva ragione; se unisci più elementi semplici e parziali, ottieni una conoscenza complessa e unitaria.
Procedi ancora per step, quindi:
In Business Writing Alessandro Lucchini scrive:
No, il mio metodo non l'ho imparato da lui: l'ho studiato sul campo; e mi ha dato soddisfazione scoprire più di qualche coincidenza tra i miei arrangiamenti e i suoi insegnamenti.
Questo è il grande valore dell'esperienza diretta.
3. Ogni parola ha una spiegazione [sostituzione]
Ci sono argomenti per cui l'uso del tecnicismo è d'obbligo: per quanto fastidioso possa essere, non si può eliminare; ma limitare sì. Come dialogare, infatti, coi non-addetti ai lavori? Come spiegare loro i vantaggi di un prodotto elettronico, senza cadere nelle trappole del bilinguismo e dell'aziendalese?
Io non sopporto l'abuso di termini stranieri tanto per riempirsi la bocca: esistono degni sostituti italiani, che tutti capiscono - soprattutto; eppure tecnicismi e anglicismi non sono il male peggiore: puoi rimediare con dosi massicce di vocabolario/dotto(re).
Ma come la mettiamo col termine gergale? Lui sul dizionario non compare; lui si nutre di persone che lavorano nel settore e che si capiscono solo fra loro - con grande soddisfazione [ahimè].
Poi ci sono gli acronimi e le parole tanto comuni da risultare ambigue: "applicazione", per citarne una.
Colpa della lingua che fa economia. E colpa dello strano caso per cui semplificare una cosa complessa è difficile; complicare una cosa semplice è facile.
Come ovviare, quindi, all'uso di tecnicismo, anglicismo, acronimo e locuzione gergale?
4. Ogni parola è un'esperienza [condivisione]
L'immedesimazione ha un grande valore: trascina il lettore dalla parte dello scrittore; e viceversa.
Questo principio è ancor più manifesto quando si tratta di veicolare i plus (qui m'involo sull'anglicismo per non sbattere le ali sull'allitterazione). Non c'è arma migliore della condivisione d'esperienza per stimolare la comprensione in termini di un prodotto/azienda:
Tutti potrebbero farlo; e attraverso l'uso dell'esperienza diretta, tutti potrebbero capire in modo semplice la relatività del moto: teoria complessa. Un'arma potente, la condivisione d'esperienze.
L'ho fatto io stessa, ben prima di leggere i brani riportati da Lucchini.
Ecco come ho veicolato la sicurezza dati garantita dal prodotto elettronico, i cui server Microsoft si trovano collocati fra Amsterdam e Dublino - cosa che al pubblico di non esperti piace poco, preferendo server interni (di fatto molto più costosi/rischiosi):
Analogia, gioco di parole, immedesimazione, condivisione d'esperienza: tutte cose che aiutano il lettore a comprendere il problema sulla sua pelle; e, ovviamente, il vantaggio della soluzione.
P.S. Ogni parola è un mondo [lo scrittore esploratore]
Siamo giunti alla fine del nostro viaggio nel labirintico mondo della parola; farlo sembra difficile, ma in realtà non è [che fai ributti fuori gli occhi come un pollo(n)?]
Scrivere tanto, lavorare sul campo e cercare un metodo personale è fondamentale.
Quando sei sulla strada giusta, il cerchio si chiude presto.
Fai un giro intorno a te stesso: se la testa gira, avrai la certezza che la terra è tonda.
E tu sarai pronto per mirare dritto al centro, senza "aggravare" le cose.
-------> Vieni a trovarmi in Community e scarica lo slide-tool per scomporre il tecnicismo.
[Slide-tool = neologismo - da me coniato - per definire le slide riassuntive su quello che ci siamo detti finora; tanto per non smentirmi sull'(ab)uso di astrusi anglicismi :-D]
Concrete, false, astratte.
Ambigue, doppie, bi...strat(ta)te.
Le parole sono labirinti d'espressione, in cui si rischia di smarrire la direzione.
Ma esistono metodi per tenere saldo il timone durante la navigazione.
Ognuno ha i suoi; io ti racconto uno dei miei. Se vuoi.
Se lavori, devi esprimere concetti ai non addetti ai lavori: sembra un gioco di parole, ma non è.
[Che fai, strabuzzi gli occhi come un pollo(n)?]I concetti, poi, non sono altro che insiemi di termini - spesso ambigui, gergali, tecnici.
E fare lo scrittore professionale significa sperimentare nuovi metodi per ottimizzare i processi.
Ti piace l'ultima frase?
Se pensi di schiaffarla sul sito aziendale, sappi che la cosa non s'ha da fare; abundare si può, ma poi tocca deficiere - senza indugiare nella forma participiale al presente, ché non sei deficiente.
Negli ultimi tempi ho scritto pagine web, flyers e manuali utente per un prodotto elettronico.
Avere a che fare con argomenti pieni di tecnicismi, ambiguità e anglicismi a volontà ti costringe a procedere per step. Devi scervellarti, insomma; e devi farlo in fretta, perché spesso il tempo di sfogliare un blog sui dieci comandamenti del bravo scrittore professionale proprio non c'è.
Io parto sempre dal fine ultimo: farsi capire; e so che il benedetto scopo da uno diventa trino:
- comunicare il prodotto in modo chiaro - dove "chiaro" è un parametro che appartiene al lettore e al suo bagaglio di conoscenza
- aggirare l'ambiguità, spiegando il significato della "parola labirintica"
- coinvolgere chi legge, attraverso la condivisione di esperienze
Ecco la mia tecnica per centrare i tre obiettivi; te la spiego in quattro step.
[Se arrivi alla fine di questo post, poi, c'è uno slide-tool per te].
1. Ogni parola ha la sua storia [etimologia]
Tu hai presente quando t'innamori e vorresti sapere tutto di una persona? Ecco, approfondire significa conoscere, comunicare, capire; non esiste memoria senza storia, possiamo dire.
Perché dovrebbe essere diverso con la parola?
Scavare fino a scoprire le "radici", è fondamentale per diversi motivi:
- dialogare sui significati
- connettere termini - apparentemente - diversi e giocare su quelli globali
- costruire ponti tra mondi passati, presenti, geograficamente lontani
- controllare la lingua parlata e dare a ogni termine il peso che merita
- intrecciare tes(su)ti divisi dai mille pieghi di un vocabolario
Studiare la storia delle parole è di grande aiuto per la loro comprensione - dove "com-prendere" significa prendere-con un balzo la palla per usare la lingua in modo corretto.
Il tempo che risparmi sulla lettura dei dieci comandamenti per il bravo scrittore professionale, dedicalo al vocabolario; e procedi così:
- scrivi il tecnicismo sulla sinistra del foglio
- al centro fai un elenco chiaro dei passaggi attraverso i quali si è formato (etimologia)
- a destra scrivi, per ogni passaggio, l'elenco dei significati e le possibili derivazioni
Ma come? Non avevi detto che scrivere significa semplificare per farsi capire? E cos'è tutta questa confusione di termini, partendo da una parola sola?
A parte il fatto che io sono d'accordo con Picasso quando dice che prima di togliere bisogna aggiungere, ammetto che qualche ragione ce l'hai: si passa dalla singola voce a un elenco di voci.
Ma è proprio questo il momento in cui devi scegliere le parole giuste per il tuo pubblico e sintetizzare. Paradossalmente syntesi deriva dal greco syntithemi e significa "mettere insieme, comporre le parti per formare il tutto". Te l'ho detto: il pittore spagnolo aveva ragione; se unisci più elementi semplici e parziali, ottieni una conoscenza complessa e unitaria.
Procedi ancora per step, quindi:
- (s)componi l'elenco = sottolinea i termini più validi tra significati e derivazioni
- elimina il superfluo = seleziona i termini giusti in base al contesto e al lettore del testo
- riorganizza il resto = metti in ordine i termini scelti per spiegare bene il concetto
- riscrivi la parola (alla luce della sua storia) = prima allunga e poi sintetizza per semplificare
In Business Writing Alessandro Lucchini scrive:
[...] forse che "comporre" non sia infondo "distillare"? Offrire un cognac dei nostri pensieri? La verità è nelle cose semplici. Comporre diventa riassumere se usi bene le forbici; se sai tagliare. E non sarà un caso se "tagliare" somiglia molto a "togliere".
No, il mio metodo non l'ho imparato da lui: l'ho studiato sul campo; e mi ha dato soddisfazione scoprire più di qualche coincidenza tra i miei arrangiamenti e i suoi insegnamenti.
Questo è il grande valore dell'esperienza diretta.
3. Ogni parola ha una spiegazione [sostituzione]
Ci sono argomenti per cui l'uso del tecnicismo è d'obbligo: per quanto fastidioso possa essere, non si può eliminare; ma limitare sì. Come dialogare, infatti, coi non-addetti ai lavori? Come spiegare loro i vantaggi di un prodotto elettronico, senza cadere nelle trappole del bilinguismo e dell'aziendalese?
Io non sopporto l'abuso di termini stranieri tanto per riempirsi la bocca: esistono degni sostituti italiani, che tutti capiscono - soprattutto; eppure tecnicismi e anglicismi non sono il male peggiore: puoi rimediare con dosi massicce di vocabolario/dotto(re).
Ma come la mettiamo col termine gergale? Lui sul dizionario non compare; lui si nutre di persone che lavorano nel settore e che si capiscono solo fra loro - con grande soddisfazione [ahimè].
Poi ci sono gli acronimi e le parole tanto comuni da risultare ambigue: "applicazione", per citarne una.
Colpa della lingua che fa economia. E colpa dello strano caso per cui semplificare una cosa complessa è difficile; complicare una cosa semplice è facile.
Come ovviare, quindi, all'uso di tecnicismo, anglicismo, acronimo e locuzione gergale?
- Cambia significati e derivazioni con i sinonimi
- Parti dai sinonimi e gioca sui contrari
- Traduci nella lingua più comprensibile al lettore
- Scomponi in più termini per spiegare il senso in base al contesto
- Inventa neologismi pertinenti
- Parti dal termine generale per scendere fino al particolare
4. Ogni parola è un'esperienza [condivisione]
L'immedesimazione ha un grande valore: trascina il lettore dalla parte dello scrittore; e viceversa.
Questo principio è ancor più manifesto quando si tratta di veicolare i plus (qui m'involo sull'anglicismo per non sbattere le ali sull'allitterazione). Non c'è arma migliore della condivisione d'esperienza per stimolare la comprensione in termini di un prodotto/azienda:
- Parti dall'oggetto
- Gioca sul linguaggio
- Azzarda un paragone, una metafora, un'analogia
- Fai vivere il prodotto nell'esperienza quotidiana
Il buon Lucchini cita a questo proposito due "semplificatori" storici: il poeta latino Lucrezio, che nel De Rerum Natura traduce il tecnicismo greco "atomo" con l'insieme di parole latine: "principio primordiale delle cose"; lo scienziato Galileo Galilei, che nel Dialogo sulla relatività del moto sceglie l'italiano al posto del latino per amor di divulgazione. Entrambi spiegano le loro teorie attraverso l'esperienza quotidiana dell'oggetto: i "semi" Lucrezio; il "navilio" Galileo. Per farti capire bene cosa intendo, riporto un piccolo brano del genio pisano:
Rinserratevi con qualche amico nella maggior stanza cha sia sotto coverta di un gran navilio, e quivi fate d’aver mosche, farfalle e simili animaletti volanti; siavi anco un gran vaso d’acqua e dentrovi dei pescetti; sospendasi anco in alto qualche secchiello che a goccia a goccia vadia versando dell’acqua in un alto vaso di angusta bocca, che sia posto in basso: e stando ferma la nave osservate come quelli animaletti volanti con pari velocità vanno verso tutte le parti della stanza; i pesci si vedranno andar notando per tutti i versi indifferentemente.
Tutti potrebbero farlo; e attraverso l'uso dell'esperienza diretta, tutti potrebbero capire in modo semplice la relatività del moto: teoria complessa. Un'arma potente, la condivisione d'esperienze.
L'ho fatto io stessa, ben prima di leggere i brani riportati da Lucchini.
Ecco come ho veicolato la sicurezza dati garantita dal prodotto elettronico, i cui server Microsoft si trovano collocati fra Amsterdam e Dublino - cosa che al pubblico di non esperti piace poco, preferendo server interni (di fatto molto più costosi/rischiosi):
se tu avessi la responsabilità di custodire informazioni preziose, come ti comporteresti? Le chiuderesti dentro i cassetti? Davvero ti fideresti? Oppure sceglieresti una banca con sedi esterne, ma più sicure? Bene ti sei appena messo nei nostri panni: per blindare i tuoi dati e garantire una sicurezza del 99.9% sulla loro conservazione, ci siamo rivolti alla più grande azienda del settore: Microsoft.
Analogia, gioco di parole, immedesimazione, condivisione d'esperienza: tutte cose che aiutano il lettore a comprendere il problema sulla sua pelle; e, ovviamente, il vantaggio della soluzione.
P.S. Ogni parola è un mondo [lo scrittore esploratore]
Siamo giunti alla fine del nostro viaggio nel labirintico mondo della parola; farlo sembra difficile, ma in realtà non è [che fai ributti fuori gli occhi come un pollo(n)?]
Scrivere tanto, lavorare sul campo e cercare un metodo personale è fondamentale.
Quando sei sulla strada giusta, il cerchio si chiude presto.
Fai un giro intorno a te stesso: se la testa gira, avrai la certezza che la terra è tonda.
E tu sarai pronto per mirare dritto al centro, senza "aggravare" le cose.
-------> Vieni a trovarmi in Community e scarica lo slide-tool per scomporre il tecnicismo.
[Slide-tool = neologismo - da me coniato - per definire le slide riassuntive su quello che ci siamo detti finora; tanto per non smentirmi sull'(ab)uso di astrusi anglicismi :-D]
Nessun commento:
Posta un commento