"Che confusione-e-e, sarà perché scriviamo...
... è un'emozione-e-e che cresce piano piano"
Sei un blogger cinguettino ricco d'idee, ma povero di spirito organizzativo?
Quando scrivi ti fai trascinare dall'emozione centrifuga e perdi il baricentro?
Ho deciso di scrivere un post sul modo giusto d'organizzare un post.
Serve a te, che hai deciso di aprire un blog e vuoi riempire il foglio bianco con una e mille note.
Serve a me, che questo blog l'ho aperto un paio d'anni fa e sento l'esigenza di richiamare alla memoria alcune regole medicinali.
Citano spesso il "blocco dello scrittore", strana ansia da prestazione che protegge l'albo dalle vene screziate delle parole. E c'è chi scorge l'origine del problema nella povertà d'idee nuove.
Io dico ch'esiste anche una ragione opposta: la ricchezza che ogni argomento porta con sé.
Troppe cose da dire in poche righe; troppe cose da leggere in poco tempo.
Il contenuto è vasto e tu sei ricco come lui; ma lo spazio fisico e temporale del lettore è parco.
Non puoi snocciolare perle come se non ci fosse un limite di lettere.
Ricordi? Hai deciso di aprire un blog, non di fare il romanziere.
Bada bene, non è una ramanzina: il binomio è micidiale più d'una carestia in piena età dell'oro. Lo so.
Dunque, come risolvere il dilemma epocale?
C'è la tecnica organizzativa.
C'è la coerenza dell'argomento.
E c'è una scelta che le precede entrambe: il taglio del post, che nulla c'entra con le questioni di stile.
Questione di prospettiva
Spippolando un po' in qua e in là, noterai mille blogs che consigliano ciò: il buon post soddisfa la richiesta del lettore in modo rapido, efficace e puntuale.
Vero. L'internauta ha un caratterino esigente e poco paziente: si rivolge al motore per cercare risposte e vuole capire se il tuo post le contiene fin dalle prime righe.
Per essere all'altezza, cancella il tema della maestra e lanciati nell'acrobazia della piramide rovesciata: parti dalle conclusioni per scivolare nei dettagli.
Detta in modo spicciolo:
Il copywriter, ad esempio, non deve avere uno stile personale troppo marcato: lo impone il brief, il tipo di prodotto/supporto, il visual, la linea delle campagne precedenti, il target, il messaggio finale.
Diciamo ch'è un tipo duttile: meno parte con un modus operandi preconfezionato, più dimostra elasticità e competenza. Preferisco parlare di "tono personale": il copy-compito è dar voce all'esigenza del cliente nel migliore dei (suoi) modi.
Nell'esempio hai deciso di scrivere un post sul web-writing.
Ecco il modo giusto per organizzarti:
Domanda che sorge spontanea: a furia d'impoverire il piatto ricco, alla fine che ci ficco?
Risposta sincera: il rischio di carestia c'è.
Anche il consiglio del buon allenatore si riassume in tre parole: "focalizzare, focalizzare, focalizzare".
Non perché siamo foche, certo; e senza prender fuoco, ché d'ansie ne bastan poche.
... è un'emozione-e-e che cresce piano piano"
Sei un blogger cinguettino ricco d'idee, ma povero di spirito organizzativo?
Quando scrivi ti fai trascinare dall'emozione centrifuga e perdi il baricentro?
Ho deciso di scrivere un post sul modo giusto d'organizzare un post.
Serve a te, che hai deciso di aprire un blog e vuoi riempire il foglio bianco con una e mille note.
Serve a me, che questo blog l'ho aperto un paio d'anni fa e sento l'esigenza di richiamare alla memoria alcune regole medicinali.
Citano spesso il "blocco dello scrittore", strana ansia da prestazione che protegge l'albo dalle vene screziate delle parole. E c'è chi scorge l'origine del problema nella povertà d'idee nuove.
Io dico ch'esiste anche una ragione opposta: la ricchezza che ogni argomento porta con sé.
Troppe cose da dire in poche righe; troppe cose da leggere in poco tempo.
Il contenuto è vasto e tu sei ricco come lui; ma lo spazio fisico e temporale del lettore è parco.
Non puoi snocciolare perle come se non ci fosse un limite di lettere.
Ricordi? Hai deciso di aprire un blog, non di fare il romanziere.
Bada bene, non è una ramanzina: il binomio è micidiale più d'una carestia in piena età dell'oro. Lo so.
Dunque, come risolvere il dilemma epocale?
C'è la tecnica organizzativa.
C'è la coerenza dell'argomento.
E c'è una scelta che le precede entrambe: il taglio del post, che nulla c'entra con le questioni di stile.
Questione di prospettiva
Spippolando un po' in qua e in là, noterai mille blogs che consigliano ciò: il buon post soddisfa la richiesta del lettore in modo rapido, efficace e puntuale.
Vero. L'internauta ha un caratterino esigente e poco paziente: si rivolge al motore per cercare risposte e vuole capire se il tuo post le contiene fin dalle prime righe.
Per essere all'altezza, cancella il tema della maestra e lanciati nell'acrobazia della piramide rovesciata: parti dalle conclusioni per scivolare nei dettagli.
Detta in modo spicciolo:
- bandisci la premessa
- anticipa il contenuto
- trascina il lettore nel testo con domande curiose
- aggiungi le informazioni coerenti
- spingi alla risposta/condivisione/interazione
Non è poi così difficile: basta vestire i panni del lettore.
Quante volte hai digitato parole sul motore per trovare risposte precise?
E quanto fastidio hai provato nel trovarle dopo 101 righe?
E, ancora, quanto sei stato "gabbato" quando il contenuto non rispecchiava le promesse di titolo e premesse?
Questione di coerenza
Buon blogger non mente.
E scrivere è una passione sanguinea, che richiede onestà.
Perché, diciamolo, fregare il motore con i tags non è poi così difficile.
Con buona pace del SEO addicted.
Il problema è che, insieme al motore, finisci per fregare anche il lettore. Un giochino che dura pochino, soprattutto se il blog tratta argomenti di nicchia. Prima o poi quella nicchia t'inchioda al muro dei (non) ricercati e liquida il tuo parere come oro clonato.
Dunque, prima regola fondamentale è la coerenza: quando prometti ricchezza d'argomenti, non offrire povertà d'intenti. Urta. Infastidisce. Allontana. Bandisce.
Toccherà girare sul web con una maschera calata sulla faccia; e così la storia finisce: novello Spiderman, che s'arrampica sulla rete senza godere alcuna fama d'eroe.
Toccherà girare sul web con una maschera calata sulla faccia; e così la storia finisce: novello Spiderman, che s'arrampica sulla rete senza godere alcuna fama d'eroe.
L'obiettivo "coerenza" non è facile: ognuno ha il suo modo di trattare l'argomento complesso.
Questione di taglio
Partiamo da un presupposto: il blogger tosto è un tipetto "spigoloso".
Ha il cervello in continuo fermento, trova spunti in ogni angolo e sa esprimere il suo punto di vista.
Aggiungiamone un altro: trattare un argomento in modo esaustivo nello spazio di un sol post - per quanto illuminante (?) - non è possibile. Il paradosso è insito nelle due premesse: la prima spinge verso la scrittura soggettiva; la seconda verso quella oggettiva.
Questioni di stile?
Forse; ma se posso dissentire, dissento alla grande.
Partiamo da un presupposto: il blogger tosto è un tipetto "spigoloso".
Ha il cervello in continuo fermento, trova spunti in ogni angolo e sa esprimere il suo punto di vista.
Aggiungiamone un altro: trattare un argomento in modo esaustivo nello spazio di un sol post - per quanto illuminante (?) - non è possibile. Il paradosso è insito nelle due premesse: la prima spinge verso la scrittura soggettiva; la seconda verso quella oggettiva.
Questioni di stile?
Forse; ma se posso dissentire, dissento alla grande.
Il copywriter, ad esempio, non deve avere uno stile personale troppo marcato: lo impone il brief, il tipo di prodotto/supporto, il visual, la linea delle campagne precedenti, il target, il messaggio finale.
Diciamo ch'è un tipo duttile: meno parte con un modus operandi preconfezionato, più dimostra elasticità e competenza. Preferisco parlare di "tono personale": il copy-compito è dar voce all'esigenza del cliente nel migliore dei (suoi) modi.
Diverso è il caso del web-writer che voglia emergere dal mare della rete: il blog diventa un curriculum a cielo aperto, lo "stileggiare" una filosofia di vita, i followers sostenitori barra estimatori. Ma anche in questo caso andrei cauta nel parlare di vero e proprio "stile", qualcosa che si conquista nel tempo e che riguarda l'ambito letterario più che la scrittura commerciale.
E non dimentichiamo il fatto che l'assioma "fidelizzare = follower/fan" riguarda l'adesione al social network, non il lettore occasionale in cerca d'informazioni sul motore. E a te potrebbe interessare anche quello.
Dunque è sempre bene puntare sulla regola elementare: informazioni coerenti.
E non dimentichiamo il fatto che l'assioma "fidelizzare = follower/fan" riguarda l'adesione al social network, non il lettore occasionale in cerca d'informazioni sul motore. E a te potrebbe interessare anche quello.
Dunque è sempre bene puntare sulla regola elementare: informazioni coerenti.
Per questo, più che di "stile", parlerei di "taglio".
E qui potrei chiamare in causa il mio parrucchiere.
Ma preferisco rivolgermi all'ambito giornalistico, dove l’articolo si definisce “pezzo”.
Ma preferisco rivolgermi all'ambito giornalistico, dove l’articolo si definisce “pezzo”.
Mi piace questo termine, perché sa molto di "cesura" e inquadra bene il metodo d'approccio equilibrato alla complessità dell'argomento: una delle matasse bloggettare più difficile da sbrogliare.
Questione di suffisso
Prima di scrivere, ti frega il suffisso -one: emozione, confusione, prestazione.
Ma non devi certo sentirti un co[beep]one number one.
Hai troppe cose da dire sullo stesso argomento: si chiama "affollamento".
Ti muovi nel labirinto del tuo cervello, come un Teseo rapito dallo sgomento.
Ed è proprio sul -mento che finisci per cadere, oppresso dal furore del torello.
Come uscire dall'epico falli...mento?
Per organizzare bene un post, pensa il contenuto sotto-forma di torta: ogni fetta corrisponde al singolo pezzo che vuoi scrivere. E ogni fetta ha il suo taglio preciso.
Non puoi pappare tutto, rischieresti un'indigestione; stessa cosa vale per post e lettore.
Il segreto è dividere l'argomento principale in tanti pezzi quanti sono gli ambiti.
Questione di suffisso
Prima di scrivere, ti frega il suffisso -one: emozione, confusione, prestazione.
Ma non devi certo sentirti un co[beep]one number one.
Hai troppe cose da dire sullo stesso argomento: si chiama "affollamento".
Ti muovi nel labirinto del tuo cervello, come un Teseo rapito dallo sgomento.
Ed è proprio sul -mento che finisci per cadere, oppresso dal furore del torello.
Come uscire dall'epico falli...mento?
Per organizzare bene un post, pensa il contenuto sotto-forma di torta: ogni fetta corrisponde al singolo pezzo che vuoi scrivere. E ogni fetta ha il suo taglio preciso.
Non puoi pappare tutto, rischieresti un'indigestione; stessa cosa vale per post e lettore.
Il segreto è dividere l'argomento principale in tanti pezzi quanti sono gli ambiti.
Nell'esempio hai deciso di scrivere un post sul web-writing.
Ecco il modo giusto per organizzarti:
- dividi l'argomento in più ambiti [SEO, blogging, website, advertising, social network]
- scegli l'ambito che vuoi trattare [in percentuale]
- sviluppa l'ambito scelto in più categorie [sono i temi generali]
- costruisci una mappa mentale coerente [sul tema principale che hai scelto]
- focalizza il nucleo del messaggio [heart-content]
- organizza il contenuto secondo la tecnica della piramide rovesciata
- aggiungi il taglio personale [tono: ironico, oggettivo, soggettivo, informativo, emozionale]
- esprimi il tuo punto di vista
- chiedi al lettore cosa ne pensa
Domanda che sorge spontanea: a furia d'impoverire il piatto ricco, alla fine che ci ficco?
Risposta sincera: il rischio di carestia c'è.
La rincorsa alla brevità può sfociare in aridità: post agili e ben organizzati, ma superficiali.
Vero è che "cesura" e "censura" hanno una lettera che salva le differenze.
God bless consonant "N".
Focalizzare l'argomento e dare un taglio personale non significa rinunciare all'approfondimento: per quello esistono i link, seminati dentro e fuori dal testo. A loro puoi affidare tutto ciò che esula dall'ambito principale, ma che arricchisce il contenuto; come ho fatto io con la mappa mentale.
Concludendo
Ci portiamo a casa poche certezze, ma - spero - buone:
Vero è che "cesura" e "censura" hanno una lettera che salva le differenze.
God bless consonant "N".
Focalizzare l'argomento e dare un taglio personale non significa rinunciare all'approfondimento: per quello esistono i link, seminati dentro e fuori dal testo. A loro puoi affidare tutto ciò che esula dall'ambito principale, ma che arricchisce il contenuto; come ho fatto io con la mappa mentale.
Concludendo
Ci portiamo a casa poche certezze, ma - spero - buone:
- prima di scrivere la confusione regna sovrana, con emozione e prestazione in reggenza
- organizzare un post significa tagliare l'argomento, cucire il testo, indossare il tono
- l'a(m)bito scelto dev'essere fatto su misura per tre: tu, lettore, motore
Anche il consiglio del buon allenatore si riassume in tre parole: "focalizzare, focalizzare, focalizzare".
Non perché siamo foche, certo; e senza prender fuoco, ché d'ansie ne bastan poche.
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