Passo indeciso. Sguardo dubbioso. Naso arricciato.
Mano che passa tra i capelli che s'incastrano sui tasti.
Io ti conosco, blogger neonato.
Giri giri in tondo da un po'... ma, cascasse il mondo, hai deciso di creare un blog.
Sai che c'è? Ci proviamo insieme a te.
Un blogger è un genitore nel senso etimologico del termine: "colui che dà la vita".
Ma, a differenza di quello che succede nella vita, muove i primi passi insieme alla creatura: padre e figlio sono il prodotto di una neo-nascita sincronizzata.
Pensiero troppo filosofico?
Solo in parte: quella che riguarda l'amore per il sapere condiviso.
Pensaci un po'. Dico proprio a te, che stai leggendo questo post: perché i tuoi occhi girovaghi si sono incastrati fra queste righe? Cosa ti ha spinto a cercarle? Curiosità, affezione, richiesta d'informazione?
Forse hai deciso ch'è venuto il momento di aprire qualcosa di tuo; qualcosa di viscerale.
Magari hai già provato a spargere parole sul web in passato; e sei rimasto insoddisfatto.
Oppure l'hai fatto prima che il fato senza doppia ti spingesse lontano; e adesso sei tornato.
Io non posso saperlo. Ma sei qui e questo mi dice che vuoi aprire un bel blog: ti piace scrivere, comunicare, esprimere le tue idee. Hai bisogno di farlo, ma non sai da che parte cominciare.
Mal comune (di) mezzo web.
Prendi me: nell'intervento precedente ho parlato di come organizzare l'argomento di un post.
Poi mi è venuto in mente che il problema si pone identico sul blog.
Oh-my-God.
Succede sempre, sappilo: appena scrivi una cosa, ti viene in mente quella seguente.
Lunga catena della mente bighellona, quasi una spirale infernale.
Quindi, no panic baby(blogger): il giramento di testa è cosa normale. La prima "para" da evitare è quella di porsi il problema su cosa scriverai ancor prima d'iniziare. Gli argomenti non mancheranno e ci sono varie tecniche per stilare un piano editoriale.
Eppure lo so e ti capisco.
L'affollamento di notizie toglie il respiro, affoga il moto sul nascere, causa scoramento.
Stai muovendo i primi passi intorno al girello e già ti frigge il cervello:
Ti consiglio di leggere il post di Web-House: aprire un blog: meglio wordpress o blogspot?
Tumblr - piattaforma di non facile impatto, poco pratica e personalizzabile. Quotata "alla grande" per il contenuto grafico/visuale, ma non discorsivo; amata da illustratori, fashion-blogger e... porno amatori. Ha un target giovane, quindi gioca molto sulle "parole grafiche" in stile Copy-Ad. Consigliata per micro-testi, video, immagini. Interessanti anche l'uso di Tumblr come giornale multi-mediale, scrematura di YouTube, punto d'incontro contaminato tra diverse piattaforme e anticamera del testo (teaser di contenuti).
Mano che passa tra i capelli che s'incastrano sui tasti.
Io ti conosco, blogger neonato.
Giri giri in tondo da un po'... ma, cascasse il mondo, hai deciso di creare un blog.
Sai che c'è? Ci proviamo insieme a te.
Ma, a differenza di quello che succede nella vita, muove i primi passi insieme alla creatura: padre e figlio sono il prodotto di una neo-nascita sincronizzata.
Pensiero troppo filosofico?
Solo in parte: quella che riguarda l'amore per il sapere condiviso.
Pensaci un po'. Dico proprio a te, che stai leggendo questo post: perché i tuoi occhi girovaghi si sono incastrati fra queste righe? Cosa ti ha spinto a cercarle? Curiosità, affezione, richiesta d'informazione?
Forse hai deciso ch'è venuto il momento di aprire qualcosa di tuo; qualcosa di viscerale.
Magari hai già provato a spargere parole sul web in passato; e sei rimasto insoddisfatto.
Oppure l'hai fatto prima che il fato senza doppia ti spingesse lontano; e adesso sei tornato.
Io non posso saperlo. Ma sei qui e questo mi dice che vuoi aprire un bel blog: ti piace scrivere, comunicare, esprimere le tue idee. Hai bisogno di farlo, ma non sai da che parte cominciare.
Mal comune (di) mezzo web.
Prendi me: nell'intervento precedente ho parlato di come organizzare l'argomento di un post.
Poi mi è venuto in mente che il problema si pone identico sul blog.
Oh-my-God.
Succede sempre, sappilo: appena scrivi una cosa, ti viene in mente quella seguente.
Lunga catena della mente bighellona, quasi una spirale infernale.
Quindi, no panic baby(blogger): il giramento di testa è cosa normale. La prima "para" da evitare è quella di porsi il problema su cosa scriverai ancor prima d'iniziare. Gli argomenti non mancheranno e ci sono varie tecniche per stilare un piano editoriale.
Eppure lo so e ti capisco.
L'affollamento di notizie toglie il respiro, affoga il moto sul nascere, causa scoramento.
Stai muovendo i primi passi intorno al girello e già ti frigge il cervello:
- quale piattaforma scegliere?
- Come intitolare il blog?
- E, soprattutto, di cosa parlare?
Guarda, amico blogger: la parola d'ordine è "calma e sangue freddo". E tu sei un girellone fortunato.
Perché queste sono esattamente le domande che sto facendo nella mia community di gente speciale: sono loro i miei Plus; se vuoi, puoi bussare pure tu.
CIE: l'esperimento condiviso
Ho dedicato la nuova sezione del CIE - CopywriterInputEsercizi - al signor blogging.
Il motivo l'ho spiegato in tono scherzoso nelle righe precedenti: decidere di aprire un blog, costruirlo, avere le idee chiare, diffondere i contenuti e trovare la costanza nelle pubblicazioni è problema comune a tutti quelli che già ce l'hanno e che sognano di averne uno. Nessuno escluso.
Ovviamente i problemi vanno "a gradi" e, infatti, siamo partiti dalle basi: scelta della piattaforma e dell'argomento. Il sapere condiviso si alimenta del bagaglio d'esperienza.
Piattaforma: quale scegliere?
Wordpress - la piattaforma "che tira di più", per usare un gergo puerile adatto al baby-blogger.
Nella versione gratuita (wordpress.com) le personalizzazioni sono minime, ma i temi sono carini e fruibili. Non esistono plug-in - disponibili solo per il dominio di primo livello - ma ci sono i cari widget.
Per iniziare a muovere i primi passi non è affatto male: meno scelte grafiche e tecnicismi aiutano a concentrarsi di più sui contenuti. Indubbiamente la cosa più importante da organizzare.
Blogger - la piattaforma targata Google, più fluida per chi si muove senza dominio e SEO friendly "a bestia" (tanto per continuare col tono gergale). Meno professionale della precedente e un po' schifata dal web-writing wor(l)d; ma, forse, la vera differenza sta nel passaggio al famoso dominio.
Ti consiglio di leggere il post di Web-House: aprire un blog: meglio wordpress o blogspot?
Tumblr - piattaforma di non facile impatto, poco pratica e personalizzabile. Quotata "alla grande" per il contenuto grafico/visuale, ma non discorsivo; amata da illustratori, fashion-blogger e... porno amatori. Ha un target giovane, quindi gioca molto sulle "parole grafiche" in stile Copy-Ad. Consigliata per micro-testi, video, immagini. Interessanti anche l'uso di Tumblr come giornale multi-mediale, scrematura di YouTube, punto d'incontro contaminato tra diverse piattaforme e anticamera del testo (teaser di contenuti).
[Credit: Giuseppe Palomba di PaGiuse
Argomento: come focalizzarlo?
- Si parte dall'argomento preciso con approccio emotivo/istintivo.
Capita quando sai già di cosa parlerà il tuo blog; forse perché attinente a un progetto di lavoro o all'obiettivo già chiaro nella mente. L'idea è dentro di te, ma i suoi contorni sono sfumati come batuffoli di cotone profumati: ti manca qualche pezzo del puzzle. Girelli, girelli; guardi intorno, studi, fai ricerche online su possibili idee simili. Non t'affanni: sai che, prima o poi, l'illuminazione arriverà; e così sarà. Allora prenderai un foglio e butterai giù tutto quello ch'è già scritto nella testa.
[Credit: Simona Nurcato di Bagni dal Mondo]
- Si parte da un'esigenza con approccio curioso/passionale
Capita quando non riesci a fare quello che ti piacerebbe dimostrare.
E allora escogiti la "mossa super-convenienza", ch'è diventata pure un'esigenza.
I canali convenzionali non ti fanno emergere? La frase "sei bravo, ma grazie e arrivederci" s'incunea dentro di te ogni volta che chiudi gli occhi? Bene: quel PC, che vedi lì, è una finestra verso nuovi orizzonti. E decidi d'aprirlo proprio così: sopracciglio alzato, faccia tra l'incredulo e lo scocciato. Però, infondo, sei curioso: vuoi capire qual è il tuo posto nel mondo. Lui sopra di te o tu nell'eterno girello? Magari sei un po' timido, ma vuoi dimostrare d'essere vivo e di saperci fare; qualche sacrificio l'hai pur buttato, perbacco. I tuoi argomenti muoveranno da passione, emersione e voglia di redenzione. Scegli quello che ti piace o che ti piacerebbe fare. La voglia d'arrivare guida sempre il tono "magistrale".
[Credit: Giuseppe Palomba]
- Si parte dalla vita pratica con approccio razionale
Capita quando hai troppe cose da dire e sei tanto in confusione; ma, essendo un tipo razionale, vincerai la tua battaglia al grido di "focalizzare, focalizzare, focalizzare". Per cercare l'argomento trovi te stesso e t'inabissi nella penombra dell'autocritica: su cosa sei più competente?
Quando riemergi, metti in fila le tue passioni e cerchi quanti blog esistono che toccano gli stessi argomenti.
Quando riemergi, metti in fila le tue passioni e cerchi quanti blog esistono che toccano gli stessi argomenti.
Sono tanti? Anzi tantissimi? Vai così ch'è una figata? Non c'è problema: decidi di "specializzarti" su quelli, tra i tuoi interessi, che sono anche l'oggetto di uno studio passato e continuo. Chissà, magari la teoria è più interessante se applicata alla vita reale.
[Credit: Roberto Savino di RSXblog]
- Si parte da uno stimolo esterno con approccio riflessivo
Capita. Succede quando l'idea d'aprire un blog arriva dall'esterno. Tu, ovvio, eri già propenso; ma ti mancava quella spinta leggera come un alito di vento. Poi, si sa, non hai tempo: quel tuo amico, invece, un blog ce l'ha già. Chiacchieri con lui che ti spiega un po' di cose. In un sol giorno assaggi più nozioni di una frittura mista cerebrale. Quindi apri il tuo spazio per condividere scampoli di vita riflessiva.
[Credit: Paolo Campi di Operations]
[Credit: Paolo Campi di Operations]
E tu?
Già, e tu che ci hai seguito fino a qua... che pensi?
Chissà.
Queste sono esperienze di chi ha voluto dire la sua.
Chissà.
Queste sono esperienze di chi ha voluto dire la sua.
Chissà se ti ritrovi un minimo in questi ragionamenti.
Magari la pensi diversamente; Oppure hai già trovato il filo che tutto unisce: quel bisogno di comunicare,
che sai quando inizia, ma non quando finisce.
Magari la pensi diversamente; Oppure hai già trovato il filo che tutto unisce: quel bisogno di comunicare,
che sai quando inizia, ma non quando finisce.
Ciao io ho un blog dove ci scrivo storie d'amore a puntate, vorrei creare una sigla per la prima storia che ne pensi?
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