FeelMemory: social network dei ricordi



Stanotte ho fatto un sogno talmente bello ch'è sparito ai primi raggi del risveglio.
Un vero peccato constatare che - a volte - la luce non porta chiarezza.
Capita anche a te?
Resti là nel letto, vuoi tornare indietro; laggiù, nel subconscio.
Vuoi sentire di nuovo - feel - quell'inspiegabile sensazione di benessere - memory.
Allora chiudi gli occhi e rovisti nella mente in cerca di un volto, un suono, un particolare; qualcosa che ti aiuti a ricordare.
Ma l'unica cosa chiara è che non puoi. Ormai sei sveglio.
Un vero peccato constatare che c'è solo un'oscurità da cui non si può tornare: l'oblio.

Ebbene sì, la memoria fa strani scherzi.
Lo dicono i fatti di cronaca: perdite agghiaccianti, che portano alla perdita di qualcuno e di noi stessi.
Un padre si dimentica il figlio in macchina, convinto di averlo portato all'asilo; certa gente si scorda il senso di guerra, morte, nazione; altra cancella il ricordo di amici, parenti, amore.
"Colpa della vita moderna" - si dice - "troppo stress, troppi pensieri, poco riposo".
Troppo dolore.

La memoria - si sa - fa brutti scherzi.
Il benessere del sogno m'è rimasto appiccicato addosso parecchi minuti stamattina.
Non ricordavo nulla, eppure sentivo tutto.
Chissà chi ho incontrato nell'oscurità del mio subconscio, forse mio nonno. Butto là, perché ogni volta che penso a lui sto bene: il suo viso è sfumato, i suoi gesti opachi, la sua voce atona; eppure l'emozione di quando stavamo insieme è tutta nella mia mente.
Mi sono ripromessa di chiedere a mia madre le sue foto, per raccoglierle in un album. A dire il vero sono marinaia, perché l'ho pensato tante volte; ma poi - tu capirai com'è - il lavoro, la fretta, la vita social...

Già, la vita social.
Si condividono tante cose ogni giorno: gusti, piatti, canzoni, parole, pareri, sogni, emozioni. Eppure, mi capita spesso di rimpiangere il mio diario da teenager anni '80; anzi, lo custodisco ancora e me lo sfoglio di gusto. Amo fare una cosa che mi dà la stessa sensazione del sogno.

Quanti bei ricordi! Tutti là, davanti ai miei occhi... very original hand-writing.
Mi fa un po' tristezza pensare che scrivo 8 ore al giorno per non lasciare nulla di tangibile e che ho mille foto stipate in chiavette sparse, mai sviluppate.
Sì, lo so... ci sono Facebbok, Google Plus, Pinterest, Instagram.
E c'è la privacy, il filtro, l'amico il gruppo.
Ma ti dirò... mi manca il diario; forse c'è una parte di me che ancora non voglio condividere e che amo conservare nelle pieghe di carta e anima: la memoria del passato.
Per questo sono molto indecisa se buttarmi o meno sull'ultima novità del web.
La conosci?
Si chiama FeelMemory e nasce a marzo 2013 come "spazio online gratuito dove custodire ricordi, emozioni e vita delle persone care, attraverso filmati, immagini, racconti [...] un patrimonio che con il passare delle generazioni rischia di andare perduto".
Insomma un mega diario dal naming perfetto, con tanto di privacy e nessuna inserzione pubblicitaria.
Tre le aree di ricordo/memoria:
  • FamilyFeel - dove puoi costruire un albero genealogico in chiave moderna
  • Memory Collective - dove entri a far parte di vere e proprie community organizzate intorno ad eventi nazionali, personali o a iniziative di ricerca da condividere e sostenere
  • Un mondo migliore - dove puoi effettuare donazioni alle organizzazioni no profit, che hanno aderito al progetto.

Un bel progetto.
Ma ripeto: sono indecisa.
Creare uno spazio "di memoria" online potrebbe darmi lo stimolo per ricordare le cose importanti della vita oppure - al contrario - spingermi a rimpiangere per sempre il mio diario segreto con tanto di lucchetto. L'importante è non perdere il gusto del ricordo e che questo non si trasformi in curiosità morbosa.

All'insegna della memoria costruttiva inauguro il nuovo spazio del blog "RobyCopyTelling".
Qui parlerò un po' di me, di quello che sono, uso, penso, faccio, scrivo, leggo; ma soprattutto di quello che sono stata e del luogo da cui provengo.
Impossibile caRpire il presente, senza rovistare nel passato.
Ma attenzione, perché - si sa - la memoria fa brutti scherzi.
Cito Pirandello:

"Questa, la via? Questa la casa? Questo, il giardino?
Oh vanità dei ricordi!
Mi accorgevo bene, visitando dopo lunghi e lunghi anni il paesello ov'ero nato, dove avevo passato l'infanzia e la prima giovinezza, ch'esso, pur non essendo in nulla mutato, non era affatto quale era rimasto in me, ne' miei ricordi.
Per sé, dunque, il mio paesello non aveva quella vita, di cui io per tanto tempo avevo creduto di vivere; quella vita che per tanto altro tempo aveva nella mia immaginazione seguitato a svolgersi in esso, ugualmente, senza di me; e i luoghi e le cose non avevano quegli aspetti che io con tanta dolcezza di affetto avevo ritenuto e custodito nella memoria.
Non era mai stata, quella vita, se non in me. Ed ecco, al cospetto delle cose - non mutate ma diverse perché io ero diverso - quella vita mi appariva irreale, come di sogno: una mia illusione, una mia finzione d'allora.
E vani, perciò, tutti i miei ricordi".
Approfondimenti:
Intervista di Cowinning a Fabio Lupi, fondatore di FeelMemory
Fonti:
ADV Strategie di comunicazione, anno 56, 2 marzo 2013
Luigi Pirandello, "L'uomo solo", 1922

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