3 consigli per diventare un blogger diverso

Vuoi diventare un blogger diverso.
Uno di quelli che si fanno sentire e che lasciano il segno.
Le tue parole possono volare nello spazio del web: lo senti. 
Ma come fare? Da che parte iniziare?
Peregrinare in rete, serve: trovi bloggers esperti che danno consigli utili. Consigli che ho elencato alla fine di questo post.
Io ne aggiungo tre... diversi come te.


Su questa lavagna c'è un cuore.
No, non è una lezione; solo provocazione: si può imparare a emozionare?
Nelle cose che fai, dico. Prima di tutto in quello che scrivi.

Il cuore su questa lavagna è senza punta.
No, non è mancanza; solo riflessione: si può toccare l'apice dell'amore?
Nelle cose che pensi, dico. E nel modo in cui le scrivi.

Quando ho deciso di aprire un blog mi sono fatta domande simili; oltre a quelle che hanno trovato risposta strada facendo e a mille altre in attesa di giudizio. Sì, perché ogni passo di scrittura è nuova esplorazione di sé... di te, di me.

Ricordo che sono stata a lungo nell'oscillazione del "rimandare le cose": troppe difficoltà; troppe informazioni; troppi blogs che trattavano i miei argomenti.
Argomenti miei, appunto; perché io li sentivo tali: questa la molla d'animo che deve scattare.

Se non sei pigro e vecchiarello come me, tutto il resto s'impara: layout, categorie, link, social, chiavi, linguaggi meccanici. In rete ci sono persone competenti che s'immolano per il bene del web - di te, di me - e danno consigli utili per diventare un blogger diverso.

All'inizio ho seguito a strascico. Tutti lo fanno.
Ma c'è qualcosa che viene prima di regole, dettami e piani editoriali: ci sei tu con le tue passioni, pulsioni, emozioni. Tu solo sai se è vero o no che credi nel valore di un blog (mezza cit.).
La molla per iniziare è dentro di te, cercala.
Perché il progetto sei tu. Il blog sei tu.

Perdonerai il tono da "Via col vento" di questo post.
I latini dicevano che "verba volant, scripta manent".
Io vorrei che il volo delle parole - quell'alito leggero e pindarico ch'è in tutti noi - si sentisse anche in quello che scriviamo.
Diventare un blogger diverso vuol dire partire da te stesso: ascolta, osserva, interpreta.
Impara a conoscerti (mezza cit.) e fallo prima di cercare mille regole da rispettare.
No, non sono Socrate; ma ho tre consigli che fanno al caso tuo.
Tre verbi, ognuno dei quali è un motore "che tutto move" (mezza cit.).


Emoziona. Emozionati.

Per emozionare bisogna prima emozionarsi: dal modo infinito alla forma riflessiva il passo è breve.
Paradossale?
Affatto; se non senti qualcosa, come puoi comunicarlo a qualcuno?
Capita spesso che le persone mi chiedano come faccio a scrivere così.
Non così bene; semplicemente così "come non lo sanno spiegare nemmeno loro".
Una cara amica, Michaela Matichecchia, mi ha confidato che quando legge i miei post riesce a sentire il mio stato d'animo: felice, triste, ironico, sarcastico. Ha fatto proprio il gesto dell'onda per rendermi l'idea degli sbalzi emotivi che trasmetto. Torno spesso con la testa a quel super-complimento e penso che il motivo per cui scrivo è tutto lá.
Il quesito sul "come faccio" mi lascia sempre di stucco e non so rispondere. La verità è che quando comunico, sono emozionata. Eccitata a volte. Ispirata spesso. Emozionata, sempre.
C'è qualcosa che mi dà la carica e si (e)muove dentro di me. 
Qualcosa di troppo grande da contenere e che deve uscire, altrimenti mi schiaccia.
Il verbo emozionare deriva dal latino e (da) movere (agitare, scuotere) e significa proprio questo: trasportare fuori, smuovere, scuotere. Il moto da luogo è in una piccola vocale capace di rafforzare il senso del verbo. Ecco credo che l'emozione parta sempre da piccole cose, che vengono da dentro. Piccole cose talmente grandi che non riesci a contenerle e devi portarle altrove. Magari in una pagina, parlando di quello che ha (s)mosso quella sensazione o semplicemente provandola.
Quando scrivi fai sentire l'aria, la musica, il profumo, il pensiero su una cosa che non c'entra niente.
Con Michaela, ad esempio, parlavamo di pazienza: pensa a quanto t'insegnano ogni giorno i tuoi figli e trasmettilo al lettore nel momento stesso in cui lo scrivi. Torna con la testa a quei momenti.
La scrittura è viva e il vantaggio dell'emozione è che arriva a tutte le persone, valicando sessi, interessi, culture e segmenti... targetizza(n)ti.


Ispira. Ispirati.

Scrivere è come prendere una boccata d'aria.
Paradossale?
Affatto; se non riesci a respirare, come fai a comunicare?
Ci sono giorni in cui lascio aperto il finestrino della macchina e vado, vado, vado.
Penso, osservo, ascolto. 
Perché l'ispirazione è qualcosa d'immediato come il respiro: immettere aria nei polmoni per poi espellerla. Qualcosa che non puoi controllare: è naturale; entra in te come un lampo ed esce come pioggia. 
Se vuoi essere un blogger diverso devi riuscire a bloccare l'attimo in suono, immagine, ricordo. Magari in una pagina, trasmettendo cos'hai provato in quei secondi.
Il verbo ispirare significa proprio questo: "soffiare dentro". I greci pensavano fossero gli dei a gonfiare l'anima d'alito creativo: cercare ispirazione significava svelare i misteri del creare; trarre ispirazione, accedere a quei misteri per riuscire a creare qualcosa di nuovo.
La scrittura è creativa e il vantaggio dell'ispirazione è che travolge tutti come una tempesta.
Ricordi? Verba volant. E tu lasciale volare. 
Chiudi gli occhi, tira un sospiro, soffialo via e blocca l'attimo (mezza cit.).
L'artista è ispirato. Lo scrittore è ispirato. Il blogger dev'essere ispirato.


Te medesimo. Immedesimati.

Il blog sei tu.
La tua vita, la tua emozione, i tuoi lampi d'ispirazione.
Parti da te medesimo e immedesimati nel lettore: dal pronome al verbo riflessivo il passo è breve.
Paradossale?
Affatto; come fai a metterti nei panni degli altri se non vesti bene i tuoi?
Tutti i giorni parlo con le persone: famiglia, clienti, amici. M'impegno perché il dialogo sia buono e si arrivi a qualcosa. A volte non lo faccio, altre è una battaglia persa; ma parto dal concetto che non ho tempo per lanciare parole al vento - e qui do ragione ai latini.
Ho notato che il modo migliore per capire gli altri è mettersi nei loro panni; stessa cosa avviene con i lettori, ma per riuscire a farlo devi vestire bene i tuoi.
Il verbo immedesimarsi deriva dal superlativo latino me (me) ipse (stesso) e significa "trasferirsi nelle vicende psicologiche/emotive di un'altra persona, facendone propri il carattere, i sentimenti, gli atteggiamenti". Il verbo nasce riflessivo e poi si sdoppia. Non ti sembra un po' strano?
Forse per riuscire a immedesimarsi bisogna prima ri-flettere, specchiarsi. Dopo che ti sei emozionato e ispirato, piegati su te stesso e vesti i panni del lettore: scrivi in modo semplice, cerca di capirlo, ascoltalo, crea un rapporto di empatia - per quanto possibile dietro uno schermo. 
La scrittura s'immedesima sempre. E anche il blogger lo fa, quand'è diverso.


Conclusioni

Per diventare un blogger diverso, conosci te stesso (cit. intera):
  • parti da un'emozione e trattienila mentre scrivi
  • libera la testa per accogliere l'attimo e fallo volare via tutto d'un fiato.
  • trova prima te medesimo e, quindi, immedesimaTI
Ora che sai perché, pensa a cosa vuoi comunicare e come: è il momento di leggere altri blogs.
Inizia subito e segui la scia emotiva. Sempre.

Fonti:
Treccani.it
Studenti.Etimo.it

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