Scrivere sul web? Una cosa futurist(ic)a

Inglesismi, tecnicismi, keywords.
Parole che si vedono, si leggono, si ascoltano.
Testo scomposto, ordinato, trasformato.
Questo significa scrivere sul web 2.0.
Ma siamo sicuri di essere così... avanti?
Torniamo all'anno zero.

Pioggia nel Pineto in "Parole in libertà" di Paolo BuzziAnnuncio stampa con le parole di Thomas Edison
Connessioni pericolose

Oggigiorno il risveglio equivale a un passaggio traumatico dal silenzio al frastuono.
Apri gli occhi con il trillo della sveglia elettrica; accendi la luce elettrica; fai il caffè con la moka elettrica; ti lavi i denti con lo spazzolino elettrico; ti vesti a ritmo di radio, TV, I-Pod; accendi telefono, PC, I-Pad.
Due secondi. Due secondi appena e sei connesso con il mondo.
Poi apri il cancello elettrico; accendi il motore elettrico e ti lanci nel traffico rombante.
Il silenzio non è dentro, né fuori.
Velocità, dinamismo, immediatezza.
Scrivere su nuovi mezzi di comunicazione che accorciano le distanze a ritmo di connessione.
Cose già viste in un passato futurista

No, non è un ossimoro.
Solo futuro accellerato.
Quel futuro che tu, web writer, vivi nel presente.
Sei nato "illuminato", ma sai che negli ultimi tempi tutto è cambiato.
Che effetto ha fatto un simile cambiamento sulla gente del passato? 
Milioni di uomini non avvezzi a rumori, né accellerazioni?

Scoprirai che concetti come simultaneità e percezione sono la base fondante del movimento futurista.
Un movimento artistico e culturale, che ha cambiato il modo di comunicare.
Sì, ma quanto? E per quanto tempo?
Andiamo a ritroso.
[Se non t'interessa la premessa, salta al paragrafo "Manifesto del web writer futurista"].


Uragano tecnologico

L'inizio del Novecento è un periodo segnato da evoluzioni culturali profonde.
Certo, quale epoca non lo è? Ma qui si parla di una vera e propria rivoluzione tecnologica.
Vero, ci sono le guerre con la loro trasformazione politica/sociale; ma anche scoperte che cambiano per sempre la comunicazione analogica e verbale. S'inventano aereo, radio, auto, luce artificiale. Tira un vento nuovo; anzi, un uragano che investe tutto e tutti ad altissima velocità. E gli uomini che fanno? Dipende. Alcuni restano ancorati alla tradizione; altri decidono di farsi trascinare e cercano d'interpretare la rivoluzione. In questo clima di fermento nasce in Francia il Futurismo, movimento artistico/letterario che s'impone ben presto anche in Italia.


Concetti futuristici

I capisaldi della corrente futurista - nome coerente - sono elencati nei tre manifesti (1909, 1910, 1912) composti dal poeta Filippo Tommaso Marinetti - coniatore del nome - col pittore Carlo Carrà. Sorvolando sul significato di manifesto, che ancora oggi sottolinea il fine persuasorio di politica e pubblicità, vale la pena concentrarsi sui nuovi concetti che investono l'ambito artistico e letterario:

1. velocità e dinamismo
2. immediatezza di pensiero e visione
3. coinvolgimento emotivo/attivo dello spettatore/testimone
4. rumore 
5. fiducia nel progresso

Questi concetti, strettamente connessi con la rivoluzione industriale, si traducono in immagini e parole nuove. Il taglio futurista con il passato è evidente e cercato. Artisti e poeti, musicisti e attori, cineasti e lavoratori sostengono che il mondo ha ereditato "una nuova bellezza: la bellezza della velocità" e la rendono con "una diversa concezione dello spazio".
Per capire quanto il futurismo colga alcuni aspetti della società moderna cito il fondatore Marinetti:

"[...] il futurismo si fonda sul rinnovamento della sensibilità umana per effetto delle grandi scoperte scientifiche. Coloro che usano oggi telegrafo, transatlantico, dirigibile, aeroplano, cinepresa e che leggono il quotidiano non pensano che queste nuove forme di comunicazione, trasporto e informazione esercitano sulla loro psiche una decisiva influenza [...] accelerazione della vita, coscienze molteplici e simultanee, amore del nuovo e dell'imprevisto, conoscenza di ciò che ognuno ha d'irrealizzabile e inaccessibile, visione dell'uomo moltiplicato dalla macchina, terra rimpicciolita dalla velocità, nuovo senso del mondo, voglia di comunicare con tutti i popoli, bisogno di sentirsi centro, urgenza di fissare rapporti con l'umanità, abitudine alla sintesi visuale, amore della velocità e orrore per la lentezza, sensibilità moltiplicata, inno all'abbreviazione e al riassunto".

Oibò, ma di quale epoca stiamo parlando? Quanto c'è di scrittura per il web? E i futuristi come esprimono questa rivoluzione?


Immagine

Pittori e scultori come Carrà, Boccioni, Balla e Severini rendono velocità, percezione e rumore attraverso alcuni espedienti:

1. linee di forza direzionali, che spingono l'occhio all'interno e all'esterno del dipinto
2. onomatopee intessute nella tela
3. ripetizione del particolare per rendere l'effetto del movimento in fotogrammi 
4. scomposizione della figura su più piani
5. divisionismo del colore come elemento fondante della trasformazione


Parola

Stesse intenzioni si trovano nella composizione letteraria; anzi, possiamo affermare che parola e immagine si fondono spesso in un solo significato.
Il saggio del 1913 "Distruzione della sintassi/Immaginazione senza fili/Parole in libertà" segna l'apice della letteratura futurista. Marinetti fissa nuovi mezzi espressivi per esprimere a parole l'evoluzione tecnologica di quegli anni e i concetti di velocità, rumore, simultaneità.
Il titolo esplosivo poggia su alcuni capisaldi:

1. brevità, riassunto e sintesi per comunicare l'immediatezza tra pensiero e scrittura
2. parole "liberate" dalla rigida sintassi per coinvolgere il lettore nell'ispirazione
3. artificio verbo-visivo per slegare le parole dalla monotonia tipografica e trasformarle in immagine
4. scomposizione del periodo per stimolare l'emozione e cogliere le infinite pieghe della vita
5. analogie per tradurre l'immagine in verbo
6. onomatopee per sentire il rumore della vita nel testo


Parole in libertà

Cito il fondatore Marinetti, ché ne vale la pena:

"Il lirismo è la facoltà di descrivere il mondo con i colori del proprio io mutevole. Supponete che un amico dotato di lirismo si trovi in una zona di vita intensa e venga immediatamente dopo a narrarvi le impressioni avute. Sapete cosa farà? Inizierà con il distruggere la sintassi nel parlare. Non perderà tempo a costruire i periodi. S'infischierà di punteggiatura e aggettivazione. Disprezzerà cesellatura e sfumature di linguaggio per gettarvi nei nervi tutte le sensazioni visive, auditive, olfattive al ritmo serrato delle sue osservazioni fulminee. L'influenza del vapore emozione farà saltare il tubo del periodo, le valvole della punteggiatura e i bulloni dell'aggettivazione. Mante di parole essenziali, senza alcun ordine convenzionale. Sarà più importante rendere tutte le vibrazioni dell'io [...] Lui lancerà immense reti d'analogie sul mondo [...] Questo linguaggio risponde alle leggi di velocità che ci governano [...] Il rapporto dello scrittore con il suo pubblico è come quello fra due vecchi amici che si capiscono con un'occhiata, un gesto, una mezza parola. Per questo l'immaginazione dello scrittore deve allacciare fra loro cose lontane senza fili conduttori, con parole essenziali e libere".
Parole in libertà, dunque. Parole senza fili. Parole che vivono di luce propria.


Manifesto del web writer futurista

Ti sei mai chiesto quanto siano libere le parole oggi?
Ho tratto dal saggio marinettiano alcuni spunti per la scrittura sul web, tenendo presente che in origine si riferivano al linguaggio poetico e non alla prosa.
Ma quale epoca più della nostra subisce gli effetti dell'evoluzione tecnologica e della velocità?
L'input è interpretazione: sfoghiamolo.

  • #1 Morte del verso libero
- Rivolgiti al lettore senza filtri, seguendo l'intuizione e abbattendo gli argini della sintassi: immediatezza e ispirazione devono essere fiume in piena come la correttezza.
- Stimola la partecipazione: coinvolgi, avvolgi, abbatti i costrutti.
- Evita la retorica e i luoghi comuni, espressi in modo telegrafico.

  • #2 Immaginazione senza fili
- Azzarda analogie originali e libera le immagini. "L'analogia è l'amore profondo che collega cose distanti, apparentemente diverse e ostili [...] Le immagini non sono fiori da scegliere e cogliere con parsimonia: quanto più contengono rapporti vasti, tanto più conservano la loro forza stupefacente".
- Aiuta la percezione con "metafore condensate, somme di vibrazioni, nodi di pensieri, ventagli chiusi o aperti di movimenti, bilanci di colore, dimensioni, pesi, misure, velocità delle sensazioni, tuffo della parola essenziale nell'acqua della sensibilità senza i cerchi concentrici che la parola stessa produce, riposi dell'intuizione".

  • #3 Morte dell'io letterario
- Rendi esplicito l'impercettibile, l'invisibile, l'infinitamente piccolo "non già come documento scientifico, ma come elemento intuitivo [...] La vita molecolare deve mescolarsi nell'opera d'arte e far vibrare le parole insieme al dramma dell'infinitamente grande: questa fusione è la sintesi della vita"
- Sottolinea con artificio verbo-visivo i termini più importanti - colore, grassetto, corsivo
- Evita il più possibile l'aggettivo qualificativo, perché arresta l'intuizione; se isolato è come un semaforo che blocca l'immediatezza del testo e diventa più ingombrante del sostantivo.
- Sfrutta il verbo all'infinito, ch'è "tondo come una ruota e adattabile a tutti i vagoni del treno discorsivo/analogico. L'infinito anarchico dà velocità allo stile: rifiuta il soggetto, nega il periodo, impedisce al discorso d'arrestarsi e sedersi in un punto determinato. L'infinito è tondo, gli altri modi e tempi verbali sono triangolari, quadrati, ovali".
- Ricorri all'onomatopea e fai vibrare nel testo i rumori della vita moderna

  • #4 Rivoluzione tipografica
- Rompi l'armonia tipografica della pagina, ch'è "contraria al flusso e al riflusso, ai sobbalzi e agli scoppi dello stile scorrevole". Quando scrivi sul web fai vedere il ritmo attraverso:
  1. organizzazione e scomposizione della pagina in micro-contenuti: blocchi, elenchi, link, paragrafi, sottotitoli, spazi bianchi
  2. fantasia dei caratteri in manifesti, annunci e copy-ad: font diversi, distribuzione casuale nello spazio, uso del colore per comunicare emozione
Cito Marinetti: "con la rivoluzione tipografica e la varietà dei caratteri voglio raddoppiare la forza espressiva delle parole e imprimere loro tutte le velocità: degli astri, delle nuvole, degli aerei, dei treni, delle onde, della schiuma marina, delle molecole e degli atomi".

  • #5 Ortografia libera espressiva
- Rendi immediatezza e velocità con riassunto, sintesi e brevità.
- Elimina la punteggiatura eccessiva.
- Deforma, taglia, allunga le parole "rinforzando il centro o l'estremità, aumentando o diminuendo il numero di vocali e consonanti". Scrivi come parli e libera il testo in nome dell'ortografia espressiva.


Futurismo tra passato, presente e futuro

Per concludere torniamo alla domanda iniziale: quanto rimane dell'eredità futurista nell'era 2.0? 
Un bel po' mi pare, sul piano visivo e anche verbale. Inutile far notare che c'è coincidenza storica: l'evoluzione tecnologica investe la società moderna alla velocità della luce.
E l'uomo che fa?
Dipende: qualcuno rimane ancorato al passato; altri si fanno trascinare dal presente.
Immediatezza, brevità, rumore, connessione, partecipazione, coinvolgimento. 
Un modo nuovo di relazionarsi con il mondo, attraverso mezzi di comunicazione che abbattono le distanze e ampliano le prospettive
A distanza di cent'anni, i concetti alla base dell'evoluzione sono gli stessi: aumenta solo la potenza.
Oggi, come ieri, la parola cambia, evolve, s'adatta; si legge, si vede, s'ascolta.
Sempre la stessa musica?
In un certo senso sì, ma il web writing 2.0 battezza il "testo a fisarmonica": s'accorcia nell'intuizione fulminea di 140 caratteri; s'allunga nei link; s'organizza in elenchi puntati; si scompone in caratteri tipografici; si ordina nella pagina web; si lib(e)ra nello spazio di annunci, board, manifesti.
Le singole lettere sfuggono al controllo per investirci con la loro irruenza evocativa.
La parola si forma, deforma, trasforma; diventa chiave del motore che tutto (s)muove.
Il confine tra testo e visual è sempre più labile; quello tra passato e presente quasi assente.
La scrittura interpreta l'evoluzione e crea il suo spazio sui nuovi mezzi di comunicazione.
Uno spazio che parla sempre di noi, del nostro tempo e della nostra psiche.
Ieri, oggi e - forse - anche domani.
Approfondimenti:
Analogia, Treccani
Word's Art, board Pinterest
Fonti:
Manifesto Tecnico della Letteratura futurista, maggio 1912
Saggio "Distruzione della sintassi, immaginazione senza fili e parole in libertà", Marinetti - maggio 1013
Wikipedia: "Futurismo" e "Parole in libertà"
Treccani.it "Futurismo"
Visual:
"La pioggia nel pineto dannunziana", Paolo Buzzi - 1914
weandthecolor.com

7 commenti:

  1. Molto bello :) Brava!
    Ho notato però che moltissimi blog sono del tutto privi di immaginazione senza fili e nonostante questo sono seguitissimi!

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  2. Ciao Marco, grazie.
    Sai questo post è molto lungo e non rispetta i canoni della brevità da me citati e tanto amati sul web.
    Le persone hanno poco tempo, la lettura sullo schermo non è "comoda" e gran parte delle notizie potrebbe essere approfondita attraverso i link. Vero. Ma io credo che le persone cerchino notizie esaurienti e che, a volte, siano costrette a leggere 4, 5, 6 articoli per trovare quello di cui hanno bisogno.

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  3. Inutile dire che non sono d'accordo. Il frammentario non è sempre utile, a meno che l'argomento non si possa liquidare in poche righe. Io faccio fatica a mettere insieme il frammentario e preferisco leggere di più, ma trovare quel che cerco... Tutto soggettivo. I blog senza immaginazione sono seguiti, ma credo che la stima sia ben altra cosa. Io punto a quello: che i miei lettori, pochi o tanti, trovino in me una fonte sicura e diversa dal resto. L'imitazione, poi, va bene ma solo per cose superflue "invisibili agli occhi", non su idee e argomenti. Si rischia di sconfinare nella noiosa ripetizione.

    Ma non voglio giudicare, ognuno è se stesso in modo diverso.

    Grazie Marco!

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  4. La mia stima ce l'hai :)!! Se non l'hai già letto, ti consiglio I barbari di Baricco ché ci sono molte riflessioni sulle mutazioni culturali che stiamo vivendo.

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  5. Grazie Marco è reciproca.
    Comunicare è troppo bello, significa dire agli altri quello che si ha dentro.
    Tante citazioni di questo post me le potevo risparmiare, ma le parole di Marinetti sono troppo grandi e rischiavo che il lettore saltasse l'approfondimento del saggio completo.

    Non ho letto il libro di Baricco, ma colgo il suggerimento alla grande.
    Grazie ancora, davvero!

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  6. "Grande Giove!" :-) ne sai Roby, ne sai tanto. E' un viaggio nella magia della comunicazione, avanti e indietro tra futuro, passato e presente.
    E' un po' così in tutto ciò che attiene alla comunicazione.
    Migliaia di anni di studio, prove, risultati in forme diverse, in modi diversi con una traccia comune. Sono i caratteri, l'organizzazione del testo la scelta di quali termini e dove usarli, il come più che il cosa per un contenuto di valore.
    Un viaggio di ritorno, ma sei sicura di volerlo fare insieme a tutti? Regali un biglietto prezioso.
    Ok la condivisione, che è strumento di arricchimento per tutti, contaminazione di sapere e di idee, ma pescare nel passato e nel futuro per costruire il presente è attività affascinante e delicata.
    Sicura di voler fare un ritorno al futuro con tutti? Non sarebbe meglio scegliere pochi e selezionati compagni di viaggio?
    Comunque questo è un tipo di contenuto che nessuno potrà rubarti facilmente: tanto retroterra, tanto lavoro: grandissima!

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  7. Ciao Andre, grazie mille.
    Un mio follower mi ha fatto notare che l'evoluzione della comunicazione non è mai così lineare. Insomma, che è troppo semplicistico e azzardato tirare una linea tra passato futuristico e presente tecnologico. Voglio riportare qui la giusta critica, ché mi ha fatto riflettere sulla comunicazione di questo post.

    Premetto che Marinetti parlava di "parole in libertà" e "distruzione della sintassi" in ambito poetico. So anche che sono passati cent'anni dal futurismo e che ho "tirato" un po' l'input per i capelli (?) scegliendo i passi del saggio marinettiano che più s'adattavano al mio contenuto ed estrapolandoli da un contesto ch'era ben diverso.

    Eppure quando ho letto le parole di Marinetti sull'uso dell'infinito, sulla comunicazione senza filtri, sull'onomatopea e sull' "emozione che fa saltare i bulloni del periodo" ho rivisto molto di quest'epoca digitalizzata e frenetica: rottura dell'ordine tipografico, espressività immediata, parole libere dai legami sintattici (quando troppo rigidi). Ho visto molto anche dell'odierna grafica pubblicitaria, soprattuto in relazione alla recente diffusione di copy-ad.

    Insomma... il parallelo non tiene conto, vero, dei cent'anni passati e, forse, è azzardato. Ma l'input m'è venuto così e spero che l'intenzione sia stata chiara. Un po' come quando Cicerone invitava il pubblico alla partecipazione che oggi si chiamamo - da fighettoni - "call to action"; anche questo è un salto di 2000 anni, eppure c'è molto di retorica latina nelle tecniche di scrittura per il web. Sempre con le dovute differenze.

    Differenze, ripeto; in relazione all'epoca che viviamo.

    La domanda iniziale era "Quanto è rimasto OGGI del Futurismo?".
    Il post indaga la risposta.
    Ciò non significa sostenere che noi siamo il prodotto di quella corrente.
    Forse mi dovevo spiegare mgeglio :-D

    Scusa la premessa che nulla a che fare con il tuo bel commento, ma la precisazione era dovuta a te e a tutti i miei lettori.
    Non mi piace scappare dalle critiche costruttive.
    Ognuno può farsi una sua idea, spulciando il saggio intero di Marinetti negli approfondimenti.

    Veniamo a noi.
    Non so Andre se questo viaggio voglio farlo insieme a tutti.
    Vorrei. Io amo il passato e mi piacerebbe far capire che non c'è comunicazione senza solide basi. Ma si rischia d'essere presi per intelletualoidi paranoici: solo pochi, riconosciuti professionisti possono permettersi tali discussioni e consigli "gureggianti".
    Chissà perché, ahimé.

    La selezione di persone, forse, arriverà da sola.
    E la gratuità del mio lavoro, magari, inizierà ad essere fuori luogo.
    Chissà.
    Sull'imitazione purtroppo non pongo limiti al plagio d'idee.
    Idee, non contenuti; che è anche peggio.
    Prendiamolo come attestato di stima.

    Magari esploreremo altre strade insieme Andre, chissà :-D
    Io sono aperta a tutto.
    Il momento arriverà, sono sicura.

    Grazie mille davvero e scusa la - solita - prolissità.

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