Questo dipinto ha più di 600 anni; eppure gli oggetti rettangolari buttati nell'angolo del tavolo hanno un aspetto famigliare: sembrano tablet impilati sullo scaffale di un negozio.
Sono identici, direi.
Questa decorazione su anfora "a figure rosse" ha circa 2.500 anni; eppure l'oggetto sottile tra le mani del giovane ha la forma di un notebook all'ultimo grido con tanto di penna capacitiva.
La somiglianza si nota, direi.
Siamo di fronte allo stesso strumento, ritratto in epoche diverse.
Questo strumento è l'antenato etimologico e morfologico delle moderne tavolette digitali.
Etimologia
L'inglese tablet deriva dal latino ta-bula e significa "stendere, estendere, steso, estensione". Il suffisso -bula e la radice -tab si trovano nelle parole fa-bula (dire per esteso, esporre) e stabilis.
Ma perché uno strumento così innovativo ha un'etimologia tanto remota?
Per scoprirlo dobbiamo retrocedere (?) di qualche secolo.
Nella Roma caput mundi - e prima ancora nell'antica Grecia - i giovani rampanti delle famiglie patrizie imparano a scrivere su tavolette di legno rettangolari, incavate e riempite di cera: incidono i graffiti con uno stilo appuntito - da cui la nostra parola stilografica - e le cancellano con la superficie piatta retrostante - da cui il nostro modo di dire "tabula rasa".
Le tabulae ceratae - questo il loro nome - si usano anche per la corrispondenza quotidiana: il mittente scrive il messaggio sulla cera; il destinatario lo legge, lo cancella e ci riscrive sopra.
E con le missive più lunghe che si fa?
Ecco alcuni escamotages:
1. si legano insieme due, tre o più supporti (dittici, trittici o polittici - come nella seconda figura)
2. ogni supporto si ripiega all'interno per proteggere il messaggio
3. si chiude la missiva con fermagli metallici per garantire riservatezza
4. si dipinge sul dorso un riassunto del contenuto (tipo l'oggetto delle nostre mail).
In periodo romano, le tabulae cerate sono uno strumento importante per scrivere e comunicare. Il prezzo varia in base al materiale e all'eventuale decorazione: si va dalle più economiche in legno, alle più costose in avorio (tabulae consulariis).
Coniazione moderna
Il termine tablet PC diventa comune dopo l'anno 2000, quando Bill Gates presenta l'ultima trovata di casa Microsoft: l'interfaccia utente in touch-screen, mediante la penna e, in seguito, le dita.
I plus del tablet sono - udite udite - "alcune funzionalità integrate in diversi sistemi operativi Windows come l'inchiostro digitale e il riconoscimento della scrittura manuale". Funzionalità che la concorrente Apple imita in un secondo momento, integrando l'offerta con le applicazioni Bamboo paper, Memo, Write 2. Alla "mela" di Jobs si deve piuttosto l'ampia diffusione del tablet PC slate (piatto, puro, privo di tastiera).
Il cerchio etimologico è chiuso: il tablet è un dispostivo rettangolare, che ti permette di scrivere su una superficie piatta con uno stilo appuntito o con il semplice tocco delle dita; se sbagli fai tabula rasa e tieni vive le tue... corrispondenze.
Tablet ci piace per 7 buoni motivi:
1. è piatto di forma, ma non di contenuto
2. è italiano di contenuto, ma non di forma
3. è utile e dilettevole
4. è cheap or expensive
5. aiuta l'uomo a scrivere e comunicare da più di duemila anni
6. è digitale da più di duemila anni
7. è nato per la scuola e nella scuola deve tornare
Approfondimenti:
Perché "Tabula rasa "?
Tabula rasa in filosofia
Visual:
it.wikipedia.orgbrunelleschi.imss.fi.it
Fonti:
"Impero", Alberto Angela - Mondadori 2012
medievista.it
Wikipedia "Enciclopedia online"
Etimo.it
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