"Febbraio è un mese di languori, il cuore del mondo è greve, ignaro ancora dell'inquieto aprile e del vigoroso maggio" - cita lo scrittore e commediografo britannico William Somerset Maugham.
Descrizione evocativa d'un mese breve, affatto lieve.
Io preferisco l'etimologia classica di "purificare". Febbraio, infatti, deriva dal latino februare, e significa "pulire, redimere, rimediare all'errore". In questo mese i nostri antenati si riunivano nei templi per eseguire rituali in onore del dio etrusco Februus, poi dea romana Febris. E indovinate in quale data si tenevano i banchetti più fastosi? Il quattordici: non poteva esserci giorno migliore di quello dedicato ai febbricitanti malati d'amore. Non è un caso, ovviamente; come non lo è il fatto che attraverso la febbre l'organismo espelle le tossine e, quindi, si purifica.
Oggi Febbraio è il secondo mese dell'anno; in epoca classica era il dodicesimo e ultimo: ritardatario Gesù redentore d'un lontano mondo pagano.
I 28 giorni del duemilaCredici rotolano via veloci: l'attività è febbrile, c'è fretta di finire.
Il mese innevato è appena iniziato, ma Gennaio bifronte guarda ormai il verde prato.
Febbraio, breve corridoio, spalanca le braccia al giallo tepore.
Il sole, che tutto purifica e rimedia ogni errore.
E tu che mi guardi con tanto candore... che fai?
Resti muto spettatore o muti in avido lettore?
Articoli del mese
12 forme (umane) di twittanti replicanti
Post lungo - ma ironico - sul webspazio.
Ci sono giornate storte in cui sei online (?) e hai una visione trasversale del mondo. In una di quelle giornate a-social nasce una riflessione sul mondo dei social: pungente o lucida.
Decidi tu.
#Copywriter: ecco 10 consigli per la tua rassegna stampa
Post di media lunghezza su un'ottima abitudine che richiede tempo: la rassegna stampa mattutina.
Ci sono riviste online, che propongono sezioni stimolanti sul mondo delle parole.
Te ne consiglio 10, più due nei commenti dei miei lettori/talenti.
#Cowinning: comunicazione digitale sostenibile
Post lungo da leggere tutto d'un fiato.
Si parla di nuove frontiere nella comunicazione digitale 2.0; e si fa in un modo diverso.
Cosa succederebbe se un gruppo di professionisti unisse le proprie competenze per offrire a chiunque il supporto di un team vincente? Cowinning, semplicemente. In questo post scoprirai chi siamo, cosa facciamo e perché esistiamo.
Parole al lavoro
Febbraio è stato un mese d'attività febbrile (?) e produttiva.
Non sono mancati i piccoli incovenienti, ovvio; ma io li ho trasformati in inputs positivi.
Un giorno, mi arriva la telefonata dell'agenzia XY.
LEI - "Salve buongiorno sono bip. La signora bip ci ha dato il suo numero per l'attività di blogging".
IO - "Ah bene, mi dica pure di cosa si tratta".
LEI - "Ecco guardi la prima domanda che vorrei farle, motivo di questa telefonata per valutare un eventuale colloquio, è questa: lei scrive per il settore moda e fashion?".
Ci penso un secondo. Poi, irritata, rispondo:
IO - "Guardi io scrivo. Punto. I contenuti li studio mentre lavoro".
Silenzio.
LEI - "Mmmmmmmmh, vaaaaa beeeeene. Nel caso ci faremo sentire".
Tu tu tu tu tu tu. E chi li ha risentiti più?
Lo ammetto (1): lei, chiunque fosse, aveva una voce stridula e acidula.
Lo ammetto (2): io mi sono urtata, perché nemmeno s'è sprecata di guardare il mio blog prima di tediarmi con questa telefonata.
Lo ammetto (3): l'incidente mi ha fatto riflettere.
Scrivere per lavoro significa conoscere i termini d'ogni professione; e io, diciamolo schietto, del fashion non so un fico secco. La situazione non migliora in settori diversi dalla "moda".
La nuova rubrica "Parole al lavoro" nasce per ampliare il vocabolario d'ogni writer che voglia essere copy, web e technical.
Indovinate un po' da dove s'inizia?
Le parole del #fashion 1: il verso dell'armadio
(Sì me rode, che ve devo di'?)
Approfondimenti:
Visual:Lucy Everett per simonedoinel.tumblr.com
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