Novembre è come una porta d'ingresso: l'autunno finisce, inizia l'inverno.
I piedi si muovono tremanti su un tappeto di foglie scricchiolanti.
Lo sguardo vaga nella nebbia e cerca la luce.
Sensazione di torpore, voglia di calore.
Il cielo è grigio, il sole è pallido, il monte è bianco. Il pino verde si veste di colori.
Onoriamo i morti; aspettiamo il Natale.
Sensazione di rinascita, voglia di tradizione.
Numero perfetto moltiplicato per sé stesso, nono mese dell'anno secondo il calendario romano, undicesimo per quello gregoriano.
Sensazione d'attesa, voglia di chiusura.
Trapasso.
Malinconia di vita; fredda estate dei morti.
Novembre è come una vigilia.
Input rilassato, riflesso ispirato.
Equilibrio precario tra chiusura e attesa, morte e vita, tradizione e novità, nebbia e luce.
Inizio, fine, andamento lento.
Goccia fertile su testi, testa e tasti.
Incrocio di stimoli; fredda pioggia dei vivi.
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Te le giri su un... dito!
Per me novembre è un mese di attesa.
RispondiEliminaAttendo Dicembre quando, come nelle migliori tradizioni nordiche, tutto riparte sotto la coperta dell'inverno.
Che spettacolo
Anch'io adoro questo mese in bilico tra vecchio e nuovo, chiusura e attesa, nebbia e luce.
RispondiEliminaChe spettacolo.
Sono d'accordo.
Grazie come sempre Giovy.
novembre per me è una specie di purgatorio, da scontare per poi (ri) cominciare
RispondiEliminaDavvero Franci?
RispondiEliminaIo lo vedo più come un limbo (per restare in metafora dantesca).
:-)