Una tavola rotonda.
Un Capodanno medievale.
Un perfetto sconosciuto - fino a un attimo prima - che dice una frase.
E tu vai fuori fase.
La testa non è più su quella tavola rotonda medievale.
Lei ripete quelle parole e si chiede: "Saranno vere?"
Un Capodanno medievale.
Un perfetto sconosciuto - fino a un attimo prima - che dice una frase.
E tu vai fuori fase.
La testa non è più su quella tavola rotonda medievale.
Lei ripete quelle parole e si chiede: "Saranno vere?"
Iniziamo il primo post del nuovo anno con la pubblicità dell'effervescente Brioschi.
Sarà perché ti auguro 365 giorni effervescenti?
O perché ci sarebbe da digerire un bel po' di alimenti?
Mmm... non proprio.
Continuiamo il post d'inizio anno col gladiatore più famoso degli ultimi tempi: Maximus Decimus Meridius.
Sarà perché ti auguro 365 giorni da leone - che non si arena in ogni dove?
O perché vorresti trascorrere ante-meridiem e post-meridiem di ogni singolo giorno in modo sereno, propositivo e... ingordo? Mmm, nemmeno.
A volte metafore visive effervescenti, luoghi comuni irriverenti e personaggi d'altri tempi s'intrecciano in strani presentimenti. Sempre che tu riesca a seguire i miei - astrusi - ragionamenti.
Capodanno medievale
Quest'anno il capo ce lo siamo sparato medievale.
Già da un po' volevo fare questa esperienza: perché non guardare il futuro con uno sguardo al passato? Negli ossimori c'è tutta l'ossatura della vita [secondo me]. E anche l'ottimismo [forse].
Location perfetta, immersa nella nebbia padana.
Menu da acquolina in bocca.
Personaggi d'altri tempi che accompagnano le portate con musiche medievali e gingillose risate.
Unico neo: i tavoli sono per otto persone; e noi siamo due. Il gira-la-ruota sa un po' di Capodanno partenopeo, dove con la fortuna si gioca. Mi piace sfidare la dea bendata, ma non quando si tratta di esseri bipedi mai visti [umana diffidenza figlia dell'esperienza].
E invece... sono stata fortunata; al mio tavolo tre coppie:
- lui: lavora con le onotologie googoliane del knowledge graph; lei: lavora con la scuola e organizza corsi pedagogici
- lui: lavora in banca e tratta con le aziende; lei: sta in Brasile e si vuole trasferire
- lui: avvocato civilista; lei: cubana con partita IVA e occupazione nel visual merchandising
C'è di che parlare; e il vino - buono - scioglie la lingua a fiumane.
Ovviamente trascorsi pochi minuti ci conosciamo da una vita; tutti.
Discorsi romani
Mi stavo già perdendo nella questione "ontologie e ricerca semantica" quando l'Avv. - che sta per avvocato non per avvoltoio come qualcuno ha commentato - mi cita Cicerone.
Scusate l'allitterazione, ma Cicerone è la citazione [in giudizio?] per antonomasia. Il mio orecchio destro capta il nome; e la mia attenzione saluta il gigante Google per entrare di stra-foro (?) nella questione.
Dico: "Il grande oratore! Principe della retorica! Il faro che illumina ogni giurista degno di questo nome...!" - poi non ricordo gli altri sproloqui, ché a un certo punto parlava l'Amarone.
L'Avv. s'illumina più del candelabro purificatore che ci divide e urla: "Quale onore parlare di Cicerone a una tavola rotonda medievale!"
Non mi avesse mai dato il "la".
Mi è toccato metterlo in guardia sul fatto che Cicerone - ormai anziano - era stato messo nel sacco - o, meglio, la sua testa - dal diciassettenne Augusto: l'unico essere umano che aveva sottovalutato. L'esile, pallido, femmineo Ottaviano l'aveva colpito nel suo tallone d'Achille: l'orgoglio vanesio; e, fingendo di pendere dalle sue labbra come il pregevole lampadario in vetro di Murano che oscillava pericolosamente sul nostro tavolo, l'aveva infine raggirato per scaraventarlo nelle liste di proscrizione. Con lui, la sua testa forata - e appesa sui rostri del foro.
"Quindi attenzione alle false lusighe Avv.: quelle, ancora oggi, sono il vostro tallone d'Achille" - gli dico sorseggiando il bianco. Risata generale.
Pubblicità
Non so come siamo passati alla pubblicità. Anzi sì.
Da Cicerone alle serie televisive americane che massacrano usi, costumi e verità romane è stato un attimo. L'Avv. mi dice che qualche anno prima su Men's style - in effetti si vede che ci tiene al suo aspetto - avevano pubblicizzato una palestra con l'immagine del Gladiatore: un testimonial d'eccezione per energumeni gonfi, bombati e fissati col body-building - in effetti lui, gracilino, gracchia su terzultimo e penultimo aggettivo.
Povero gladiatore: che fine! E, a seguire, le solite riflessioni su marketing, comunicazione, target, status symbol e pubblicità nel grande spazio.
Chi fa questo mestiere è un genio: siamo d'accordo sulla tesi, anche se il limite etico è spesso sfumato [con il bianco dell'antitesi]. Ed è così, in un lampo, che salta fuori l'esempio della creatività per eccellenza: l'effervescente Brioschi e il suo cinghiale nello stomaco - ci mancava il luogo comune medievale per chiudere il cerchio. Sarà che avevamo mangiato tanto.
L'Avv. ride stridendo come un avvoltoio - ma con un becco acuto e buono.
E poi dice: "Chi ha una creatività così può conquistare il mondo".
A questo punto mi perdo nell'oblio e non seguo più.
Avere una creatività così fa conquistare il mondo?
Più creat(t)ivi
Collegando periodo romano e Capodanno partenopeo, mi viene in mente l'eruzione vesuviana del 79 d.c. - sì, devo allontanarmi dal mio Google cerebrale.
Voglio, quindi, citare l'educatrice Sylvia Ashton-Warner, che - al di là del secondo cognome cartonato e premonitore della missione - definisce così il suo ruolo:
Voglio, quindi, citare l'educatrice Sylvia Ashton-Warner, che - al di là del secondo cognome cartonato e premonitore della missione - definisce così il suo ruolo:
Vedo la mente di un bambino come un vulcano con due sfoghi: distruzione e creatività
Il bambino, si sa, è più vicino al momento della creazione: lo diceva anche Picasso.
Ma vero è che per creare bisogna prima distruggere e scomporre: singoli elementi già esistenti si uniscono - trasformandosi - per dar vita a un'idea nuova. Che vi dicevo sulla potenza dell'ossimoro?
Quindi: la creatività può conquistare il mondo?
Forse sì, a costo di saperla valutare, esaltare e... calibrare. Direi piuttosto incanalare, come l'acqua di un fiume nel condotto di un acquedotto.
La creatività nasce spesso dalla crisi: una scelta diversa in un momento storico difficile. Tant'è che non esiste creatività senza invenzione, immaginazione e fantasia. Si sa.
Eppure, sapere di averla e non potersi mettere alla prova... be'... quello non va per niente bene.
Tutti questi pensieri li ho fatti nella mezz'ora prima del BOTTO.
E prima di fare il botto, auguro a questo paese di saper riscoprire i suoi talenti e di dar loro il giusto valore meritocratico: Università private, agenzie pubblicitarie, aziende che operano nel settore del management culturale... sappiate guardare oltre le vostre "conoscenze". Fate rete nel modo giusto.
Augurare una rinascita, non è affare da aùgure romano che prevedeva il futuro nelle viscere della vittima sacrificale: tutti noi vogliamo vivere; e, con il vostro permesso, lavorare.
QUINDI(DI)CI anche tu duemila volte sì a parole come rinascita, cambiamento, speranza.
Più fiumi di creatività per tutti.
E che siano liberi di (s)correre a dovere dentro le viscere italiche e nelle nostre... vene.
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