Astrarre o non astrarre? Questo è il problema.
E, non a caso, lo affronto con una piccola "variatio" sul dubbio amletico.
Perché "astrazione" è l'opposto di "concretezza"; ma se traducessimo con l'inglese "abstract", come ti suonerebbe?
Forse come altre cose belle che dovresti conoscere.
[Sempre che tu voglia imparare a scrivere sul web].
Riflettere, riflettere, riflettere sul senso delle parole: questo deve fare chi scrive.
E no, non mi stancherò mai di dirlo.
Ancor prima di leggere articoli su qualsivoglia argomento.
Ancor prima di capire come fare ad applicare i consigli di quegli articoli nella pratica testuale.
Ancor prima di mettere alla prova la creatività... ci sono le parole e la loro etimologia. Ognuno ha le sue radici; anzi, ogni cosa - anche quella inanimata - ha un'origine e un perché; tanto più la parola che "prende vita" nel testo e ha l'arduo compito di restituirgli un senso.
Con questo spirito filosofeggiante affrontiamo insieme i vari significati di abstract, concentrandoci su quello che ci interessa di più: il suo ruolo nella scrittura per il web.
Etimologi(o)cando
Vuoi vedere il naso di un web-writer storcersi come un cava-tappi?
Digli che il suo testo è "troppo astratto"; e vedrai come (s)botta. Inutile negare che l'affermazione suona come "il tuo testo manca di concretezza" e, quindi, "il tuo testo non ha senso" o, peggio, "non sai quello che scrivi, perché filosofeggi". D'altronde siamo nell'epoca della sintesi concreta: di' tutto con poco e vai dritto al punto, senza perderti in barocchismi avvitati - come il tuo naso (?)
Abbiamo già parlato di quanto sia importante scegliere le parole giuste per fare in modo che i testi risultino chiari. Ma ci sono delle eccezioni; anzi no: ci sono delle Accezioni del termine "astratto" che, invece, tornano molto utili.
Partiamo dall'origine: l'etimologia.
"Astrarre" deriva dal latino abs(da)trahere(tirare): distaccare, separare, tirare fuori; e, soprattutto, estrarre. Sì, ma cosa? E da cos'altro? Beh se intendiamo l'estrazione dal punto di vista filosofico, significa trascendere dalla realtà fisico/oggettiva per ottenere concetti/leggi/teorie universali che possano contenerla; se, invece, parliamo di "testi" il termine si riferisce alla natura dei singoli termini (astratti VS concreti) o alla separazione di alcune parole dal contesto per attirare la mente su concetti singoli (sintesi, riassunto).
L'inglese abstract, che sentiamo spesso nominare, si riferisce alla seconda accezione: estrapolare parole - quelle giuste - dal testo per anticiparne il contenuto e spingere il lettore all'azione.
E sì, può contenere anche una buona CTA.
Dalla scienza al business...
Dopo i giornali del Seicento, è la scrittura di articoli scientifici - scientific paper - a battezzare l'abstract come sommario/riassunto di contenuti pseudo-divulgativi: sintassi semplice, brevità e oggettività sono le basi da cui partire [bando alla retorica e all'interpretazione soggettiva, quindi]. L'avvento del web getta nuova luce sul mero "elenco di punti chiave", perché riviste e atenei pubblicano gli abstract dell'articolo e lo rendono visibile a tutti. Ecco allora che il ruolo della scrittura cambia: non basta descrivere il proprio lavoro; bisogna anche saperlo "vendere" al lettore, creare un interesse che vada oltre, spingerlo ad approfondire l'argomento nei "luoghi" deputati. In questo senso "divulgativo" il sommario torna al suo ruolo originario: quello giornalistico di "anticipare un contenuto".
Non solo.
L'abstract è ricorrente anche nella scrittura di tesi e documenti di business.
Nel primo caso non va confuso con l'indice: deve sintetizzare bene le tappe del lavoro - dalla ricerca fonti ai motivi/conclusioni - fotografando in modo puntuale e onesto tutto il contenuto [Alza il pollice].
Nel secondo caso, invece, si parla di executive summary, vero e proprio documento redatto dal business writer per mappare i punti chiave della relazione e agevolarne una lettura trasversale.
... per arrivare a blog e sito Internet
L'evoluzione più recente dell'abstract riguarda blog e web-writing, dove si "piega" all'esigenza della scrittura creativa - portandosi dietro la lunga eredità che lo precede, ovviamente.
Io mi allungherei a definire abstract tutto quello che "anticipa il contenuto, spingendo il lettore a (s)correre oltre": la premessa dell'articolo; le brevi righe di un sito corredate da immagine; e - perché no? - un tweet con link dedicato e/o un qualsiasi social-post. Tra l'altro questa moda degli abstract nelle condivisioni social(i) è scoppiata di recente: usiamo, infatti, "estrarre" alcune righe del post condiviso per dimostrare che l'abbiamo letto e attirare il lettore sulle parti salienti del contenuto.
Ma quali sono le regole da seguire in base alle situazioni?
Ce ne sono alcune di generiche:
E nel sito Internet invece?
E, non a caso, lo affronto con una piccola "variatio" sul dubbio amletico.
Perché "astrazione" è l'opposto di "concretezza"; ma se traducessimo con l'inglese "abstract", come ti suonerebbe?
Forse come altre cose belle che dovresti conoscere.
[Sempre che tu voglia imparare a scrivere sul web].
Riflettere, riflettere, riflettere sul senso delle parole: questo deve fare chi scrive.
E no, non mi stancherò mai di dirlo.
Ancor prima di leggere articoli su qualsivoglia argomento.
Ancor prima di capire come fare ad applicare i consigli di quegli articoli nella pratica testuale.
Ancor prima di mettere alla prova la creatività... ci sono le parole e la loro etimologia. Ognuno ha le sue radici; anzi, ogni cosa - anche quella inanimata - ha un'origine e un perché; tanto più la parola che "prende vita" nel testo e ha l'arduo compito di restituirgli un senso.
Con questo spirito filosofeggiante affrontiamo insieme i vari significati di abstract, concentrandoci su quello che ci interessa di più: il suo ruolo nella scrittura per il web.
Etimologi(o)cando
Vuoi vedere il naso di un web-writer storcersi come un cava-tappi?
Digli che il suo testo è "troppo astratto"; e vedrai come (s)botta. Inutile negare che l'affermazione suona come "il tuo testo manca di concretezza" e, quindi, "il tuo testo non ha senso" o, peggio, "non sai quello che scrivi, perché filosofeggi". D'altronde siamo nell'epoca della sintesi concreta: di' tutto con poco e vai dritto al punto, senza perderti in barocchismi avvitati - come il tuo naso (?)
Abbiamo già parlato di quanto sia importante scegliere le parole giuste per fare in modo che i testi risultino chiari. Ma ci sono delle eccezioni; anzi no: ci sono delle Accezioni del termine "astratto" che, invece, tornano molto utili.
Partiamo dall'origine: l'etimologia.
"Astrarre" deriva dal latino abs(da)trahere(tirare): distaccare, separare, tirare fuori; e, soprattutto, estrarre. Sì, ma cosa? E da cos'altro? Beh se intendiamo l'estrazione dal punto di vista filosofico, significa trascendere dalla realtà fisico/oggettiva per ottenere concetti/leggi/teorie universali che possano contenerla; se, invece, parliamo di "testi" il termine si riferisce alla natura dei singoli termini (astratti VS concreti) o alla separazione di alcune parole dal contesto per attirare la mente su concetti singoli (sintesi, riassunto).
L'inglese abstract, che sentiamo spesso nominare, si riferisce alla seconda accezione: estrapolare parole - quelle giuste - dal testo per anticiparne il contenuto e spingere il lettore all'azione.
E sì, può contenere anche una buona CTA.
Dalla scienza al business...
Dopo i giornali del Seicento, è la scrittura di articoli scientifici - scientific paper - a battezzare l'abstract come sommario/riassunto di contenuti pseudo-divulgativi: sintassi semplice, brevità e oggettività sono le basi da cui partire [bando alla retorica e all'interpretazione soggettiva, quindi]. L'avvento del web getta nuova luce sul mero "elenco di punti chiave", perché riviste e atenei pubblicano gli abstract dell'articolo e lo rendono visibile a tutti. Ecco allora che il ruolo della scrittura cambia: non basta descrivere il proprio lavoro; bisogna anche saperlo "vendere" al lettore, creare un interesse che vada oltre, spingerlo ad approfondire l'argomento nei "luoghi" deputati. In questo senso "divulgativo" il sommario torna al suo ruolo originario: quello giornalistico di "anticipare un contenuto".
Non solo.
L'abstract è ricorrente anche nella scrittura di tesi e documenti di business.
Nel primo caso non va confuso con l'indice: deve sintetizzare bene le tappe del lavoro - dalla ricerca fonti ai motivi/conclusioni - fotografando in modo puntuale e onesto tutto il contenuto [Alza il pollice].
Nel secondo caso, invece, si parla di executive summary, vero e proprio documento redatto dal business writer per mappare i punti chiave della relazione e agevolarne una lettura trasversale.
... per arrivare a blog e sito Internet
L'evoluzione più recente dell'abstract riguarda blog e web-writing, dove si "piega" all'esigenza della scrittura creativa - portandosi dietro la lunga eredità che lo precede, ovviamente.
Io mi allungherei a definire abstract tutto quello che "anticipa il contenuto, spingendo il lettore a (s)correre oltre": la premessa dell'articolo; le brevi righe di un sito corredate da immagine; e - perché no? - un tweet con link dedicato e/o un qualsiasi social-post. Tra l'altro questa moda degli abstract nelle condivisioni social(i) è scoppiata di recente: usiamo, infatti, "estrarre" alcune righe del post condiviso per dimostrare che l'abbiamo letto e attirare il lettore sulle parti salienti del contenuto.
Ma quali sono le regole da seguire in base alle situazioni?
Ce ne sono alcune di generiche:
- brevità - saper fare un riassunto è necessario per riuscire a individuare i punti chiave
- coerenza con ciò che segue - far capire subito al lettore di cosa stiamo parlando
- mappatura - seguire un filo logico in base agli argomenti esposti
- hashtag - definirli in base al (con)testo cui punta il link del post-blog
Altre di particolari che riguardano più da vicino la scrittura creativa e un po' di SEO - ahimè.
Io, fin dagli albori di questo blog, ho previsto una breve anticipazione del contenuto subito dopo il titolo - quello che, in termini giornalistici, si definisce "sommario" e in quelli letterari "sinossi".
La buona pratica è ora di gran moda e ciò mi fa piacere.
Ma scrivere l'abstract di un post non è come scriverne uno per l'articolo scientifico; si avvicina più alla notizia giornalistica. E non è su carta, ma sul web.
Tenendo fermi i 4 punti elencati sopra, ecco 3 nuove regolette:
- chiavi - ripetere quelle di Page-Title, titolo, description o tag-URL in modo velato
- font - usarne uno diverso da quello del testo [o metterlo in evidenza con elementi grafici]
- CTA - stimolare la curiosità del lettore per spingerlo alla lettura del post
E nel sito Internet invece?
Valgono tutte le cosette già dette e qualcosa di più.
L'abstract anticipa sempre il contenuto della pagina interna e, di solito, si accompagna a un'immagine coerente, esplicativa, in grado di colpire l'attenzione visiva.
L'abstract anticipa sempre il contenuto della pagina interna e, di solito, si accompagna a un'immagine coerente, esplicativa, in grado di colpire l'attenzione visiva.
Basta "sfogliare" le testate giornalistiche più famose per capire meglio cosa intendo:
Esempio pratico
Ho usato gli abstract nel sito web "ristrutturato" dell'azienda per cui mi occupo di comunicazione - e che farà spesso da punto di riferimento.
In home ci sono sei "figure" con qualche riga che anticipa il contenuto delle pagine interne [ancora in fase di "ristrutturazione"]. Le immagini molto basic contribuiscono a "mappare" il percorso del sito e si adattano bene al target scolastico; sovrapponendo il mouse, senza cliccare, si leggono gli anchor-text: tutti ripetono le parole della pagina interna, se non addirittura il titolo; stessa cosa dicesi per i testi brevi che seguono le immagini - seguiti, a loro volta, dallo stesso anchor nei tre punti finali.
Risultato?
Chi legge ha una fotografia chiara dei contenuti, può scegliere quello che gli interessa e riesce ad orientarsi bene tra le pagine del sito.
Conclusione
L'abstract nasce in ambito giornalistico per espandersi in quello accademico, letterario, aziendale, scientifico. L'etimologia fa pensare a qualcosa che bisogna "estrarre" da un contesto per metterlo in rilievo. Quel qualcosa dev'essere scelto bene e organizzato in anticipo da chi scrive.
Con l'avvento del web l'estrazione delle "parole pepita" diventa fondamentale e prende una piega "creativa": la loro scelta riguarda il testo, ma anche l'immagine e i meta-tag dell'iper-testo.
Tutto questo perché lettore e "motore" siano in grado di capire ciò che comunichiAMO all'unisono: in modo semplice, immediato, chiaro.
Non storcere il naso, quindi; e non indossare quello da pagliaccio.
- titolo
- visual
- breve riassunto del contenuto [che spesso corrisponde alle prime righe dell'articolo]
L'ultimo punto in elenco non è sempre una buona pratica: c'è ripetizione.
L'importante è strutturare bene l'anchor-text, il testo nascosto del link che punta alla pagina interna; ci dev'essere coerenza almeno tra:
- parole dell'abstract
- parole dell'anchor-text
- parole della pagina specifica [in qualsivoglia punto chiave si decida di metterle]
Esempio pratico
Ho usato gli abstract nel sito web "ristrutturato" dell'azienda per cui mi occupo di comunicazione - e che farà spesso da punto di riferimento.
In home ci sono sei "figure" con qualche riga che anticipa il contenuto delle pagine interne [ancora in fase di "ristrutturazione"]. Le immagini molto basic contribuiscono a "mappare" il percorso del sito e si adattano bene al target scolastico; sovrapponendo il mouse, senza cliccare, si leggono gli anchor-text: tutti ripetono le parole della pagina interna, se non addirittura il titolo; stessa cosa dicesi per i testi brevi che seguono le immagini - seguiti, a loro volta, dallo stesso anchor nei tre punti finali.
Risultato?
Chi legge ha una fotografia chiara dei contenuti, può scegliere quello che gli interessa e riesce ad orientarsi bene tra le pagine del sito.
Conclusione
L'abstract nasce in ambito giornalistico per espandersi in quello accademico, letterario, aziendale, scientifico. L'etimologia fa pensare a qualcosa che bisogna "estrarre" da un contesto per metterlo in rilievo. Quel qualcosa dev'essere scelto bene e organizzato in anticipo da chi scrive.
Con l'avvento del web l'estrazione delle "parole pepita" diventa fondamentale e prende una piega "creativa": la loro scelta riguarda il testo, ma anche l'immagine e i meta-tag dell'iper-testo.
Tutto questo perché lettore e "motore" siano in grado di capire ciò che comunichiAMO all'unisono: in modo semplice, immediato, chiaro.
Non storcere il naso, quindi; e non indossare quello da pagliaccio.
Per astrarre bisogna estrarre: due vocali diverse che possono fare la differenza.
Scendi a lavorare in miniera con noi e cerca le tue parole pepita: estratto il dente, estratto il dolore.
Scendi a lavorare in miniera con noi e cerca le tue parole pepita: estratto il dente, estratto il dolore.
Perché tanto già lo sai: è un duro lavoro, ma qualcuno lo deve pur fare :-)
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