Le parole sono tante.
Le lettere dell'alfabeto poche, ma operose: si combinano fra loro in milioni d'incastri. Eppure a volte c'è bisogno di ripetitersi.
Non è mancanza di fantasia.
La ripetizione giova sempre all'impalcatura del testo. O quasi.
La ripetizione può aiutare il copywriter. E nel post precedente abbiamo detto per cosa:
- memorizzazione
- apprendimento
- persuasione/suggestione
- educazione
- indicizzazione
Può la pubblicità rinunciare a cotanto bene di plus?
E può il copywriter non metterli in rilievo?
No, mi pare ovvio.
Lo spot è di per sé una ripetizione al limite di "ora spacco radio e televisione".
Sul naming ho già discorso, citando il caso di Facile.it; ho anche sottolineato l'importanza di questa tecnica a livello visivo [gesto] e uditivo [jingle].
Ora tocca alla ripetizione di concetti e parole. Dentro e fuori dal nome.
Dentro le parole
- Rima
Inizio la carrellata di figure retoriche più usate in pubblicità con la regina della letteratura e della poesia: lei - la rima - è così linda, candida e pulita che usarla nel linguaggio commerciale equivale quasi a sporcarla. Il nome deriva da rim (serie, numero) e rythmus (movimento in serie, simmetria). Fare una rima significa terminare ogni verso/frase con le stesse lettere del precedente, partendo dall'ultima vocale accentata.
Ecco qualche esempio di claim:
- al sapor di cioccolato, rende il latte prelibato
- Ava come lava
- caffè senza caffeina, come rosa senza spina
- Beltè, più buono proprio non ce n'è
- Io? Clio
Come senti, la rima è musicale e memorizzabile. Ma non è facile gestirla dal punto di vista ri-t-mico: pur avendo radici etimologiche comuni, le due parole non sono dipendenti. Meglio rispettare gli accenti e ripetere a voce alta il testo: deve scivolare come una... baciata.
- Allitterazione
Dalla regina della poesia, passiamo all'imperialismo dell'allitterazione. Il suo nome deriva dal latino ad-litterare (allineare le lettere) e consiste nella ripetizione di una lettera, sillaba o suono in più parole successive: se vuoi fare un buon lavoro, mettile in fila indiana come gener(al)e comanda.
Ecco qualche esempio di naming e pay-off:
- Coca Cola
- Ceres c'è
- You can Canon
- Ci sono cose che non hanno prezzo: per tutto il resto c'è Mastercard
Come senti, l'allitterazione esalta i rapporti fonetici tra le parole; ma bisogna scegliere quelle giuste e piegarle all'effetto cercato.
Importanti:
- l'accostamento di suono tra vocali e consonanti per comunicare un'immagine precisa - la "r" rotola, la "s" scivola, la "m" ammorbidisce, la "u" chiude ecc.
- il buon gusto per evitare l'effetto stucchevole e ridondante.
Fuori dalle parole
- Anafora
Dante abusa di lei nella Divina Commedia e il paragone, lo so, è azzardato. Ma consolati: anche il cervello artificiale di Google apprezza l'anafora, se applicata a una parola chiave. Il nome deriva dal greco ana (di nuovo) fereo (porto) e significa ripetere una parola intera all'inzio della frase o del verso successivo. Ecco qualche esempio meno aulico, ma più utile per te copywriter:
- più lo mandi giù, più ti tira su
- la scuola futura; la scuola del futuro
Come senti, l'anafora è valida per sottolineare immagini o concetti; per evitare l'effetto stucchevole, bisogna dosare bene lo stacco tra una parola e l'altra.
Simili all'anafora sono:
- epifora: ripetizione della stessa parola a fine verso (Avvicinarsi conta. Tutto conta)
- anadiplosi: ripetizione della parola tra la fine di un verso e l'inizio del successivo (Dove c'è Barilla, c'è casa).
- Geminatio
Si può considerare la sorellina minore dell'anafora, ma è più risoluta: tra una parola ripetuta e l'altra non vuole quasi nulla; nemmeno il capoverso.
Il nome deriva dal latino geminus (raddoppiare, duplicare), da cui anche "gemelli".
Ecco gli esempi partoriti (?) in pubblicità tra jingle, claim e pay-off:
- piano, piano; buono, buono
- se qualcuno ruba un fiore per te, sotto sotto c'è Impulse
- cinque minuti solo cinque vedrai... delle Panatine t'innamorerai
- corre giovane chi corre Agip
- le stelle sono tante, milioni di milioni, la stella di Negroni vuol dire qualità
- Pleonasmo
Di questa figura retorica ho già parlato nel post sull'anacoluto. In breve consiste nel ripetere due volte un pronome o un'espressione, senza aggiungere nulla di nuovo alla frase.
Ecco qualche esempio:
- noi della Rex... noi ci abbiamo pensato
- Kimbo, a me... me piace
- o ce l'hai o ne hai bisogno
Come senti, il pleonasmo dona al messaggio l'effetto del parlato comico, comune, quotidiano.
Autori famosi - come Manzoni - l'hanno usato per caratterizzare i loro personaggi.
Nei concetti
- Climax
Quest'anno è stato crudele.
Ok, è una battuta: non stiamo parlando di tempo, ma di parole; questa deriva dal greco klimaks (scala) e consiste nel disporre in fila una serie di termini che hanno suono o significato crescente.
Ecco gli esempi di pay-off:
- Coverella. Veste. Riveste. Traveste
- noi siamo scienza. Non fantascienza
- altissima, purissima, Levissima
Come senti, il climax esalta il tono emozionale del messaggio, facendo toccare il cielo con un dito.
L'importante è scegliere parole in armonia tra loro e con il contesto.
Conclusioni
Caro copywriter la scuola è finita da un pezzo, ma essere ripetente non è sempre cosa negativa.
Giova al motore, al testo e alla testa.
L'importante è non esagerare, evitando di svuotare la figura retorica del suo significato.
Insomma, meglio veicolare parsimonia e giusto... mezzo.
Nel terzo post sulla ripetizione, parleremo d'immagini e faremo un bel viaggio nella pop-art e nella tecnica pubblicitaria della moltiplicazione.
Intanto dimmi: tu quanto (ti) ripeti?
A me (mi) piacciono parecchio le ridondanti ripetizioni.
RispondiElimina(e che lavoro della madonna hai fatto per scrivere 'sto post? : )
Ehi ciao Marco! Devo dire che anche a me piacciono le ripetizioni, anche se grandi maestri come Eco ne sconsigliano l'uso eccessivo -soprattutto nel caso di allitterazione.
RispondiEliminaHo scritto questo post con l'aiuto delle fonti citate, degli studi fatti e delle letture sulla pubblicità. Nelle frasi che iniziano con "come senti" c'è anche la mia esperienza personale e la riflessione su come si potrebbero usare al meglio questi strumenti lessicali in campo commerciale. Comunque è un post da circa tre ore e mezzo di stesura e altre due più o meno di ricerca.
Ti ringrazio per il commento e il supporto.